Grande guerra, i resti di un soldato sul Grappa
Lo scheletro di un alpino o di un fante è stato visto affiorare da un recuperante I carabinieri forestali hanno provveduto al recupero e le ossa ora sono a Seren
SEREN DEL GRAPPA. Un alpino o un fante, non si sa. Ma lo scheletro ritrovato venerdì pomeriggio, sul monte Grappa, dal recuperante feltrino Enrico Rech è sicuramente di un soldato italiano della prima guerra mondiale. Lo suggeriscono quello che è rimasto del suo equipaggiamento, a cent’anni dalla morte, e le caratteristiche di una cartuccera di fabbricazione nazionale.
Non sono stati trovati né l’elmetto né il piastrino identificativo e i documenti non si sa dove possano essere finiti, ammesso che il milite ignoto ne avesse in tasca, durante il combattimento nel quale ha perso la vita. Non è rimasto molto nemmeno della divisa grigioverde, mentre le ossa sono in buono stato di conservazione, riparate com’erano da uno strato di una quarantina di centimetri di terra, all’altezza del Col dell’Orso, tra Valpore di Cima e Murelon.
Quando con il metal detector Rech ha avvertito la presenza dell’involucro della maschera antigas e visto qualcos’altro che affiorava, non si è certo messo a scavare. Ha seguito la procedura e allertato i carabinieri forestali e i rappresentanti dell’amministrazione comunale di Seren, a cominciare dal sindaco Dario Scopel. Sono stati i militari a usare tutte le cautele necessarie per estrarre i resti. L’intero scheletro è stato recuperato e ricomposto nella camera mortuaria del cimitero di Seren del Grappa, mentre le munizioni sono state prese in consegna dai carabinieri.
Informata anche la procura della Repubblica, ma anche a sentire il sostituto procuratore di turno Paolo Sartorello non c’è nulla che possa essere penalmente rilevante. Semplicemente un atto dovuto da parte dei forestali: «Devo ammettere di aver provato una certa emozione», racconta il primo cittadino serenese Scopel, «ho subito pensato a chi potrebbe essere questo ragazzo e a quale storia personale potesse avere alle spalle. Suggestivo anche il fatto che questo ritrovamento sia caduto esattamente a cent’anni di distanza dalla sua morte. Purtroppo non sapremo mai di chi si tratta, perché non c’è nulla che possa identificarlo, ma potrebbe anche essere un ragazzo delle nostre parti, che i genitori e la fidanzata hanno aspettato per chissà quanto tempo, senza averne più notizie».
Nella zona del monte Grappa, sono caduti in tanti, durante le battaglie della Grande guerra e, anche a distanza di molto tempo, non mancano i recuperanti, che si avventurano alla ricerca di cimeli da collezionare. Uno di questi è Enrico Rech, che però stavolta ha permesso di riportare alla luce un intero scheletro di un giovane, che non ha e non avrà un nome.
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