Grave attacco hacker alla Costan di Limana
LIMANA
Un attacco informatico messo in atto da un hacker nella notte tra martedì e mercoledì ha messo ko la rete Internet del gruppo Epta che è stato costretto a bloccare l’intero sistema, in via progressiva, chiudendo alla fine tutti gli stabilimenti.
Partita anche la denuncia alle autorità competenti.
Il gruppo, che produce, vende, installa e gestisce la manutenzione di banchi e celle frigorifere e sistemi refrigeranti, conta oltre 11 complessi produttivi tra Italia, Francia, Danimarca, Regno Unito, Argentina, Cina, Thailandia e Turchia per un totale di 5000 dipendenti e un fatturato miliardario. In Italia, lo stabilimento più grande, dove si concentra il grosso della produzione, è quello di Limana col marchio Costan che conta 1.140 addetti tra effettivi ed interinali, dove si producono banchi frigo per la grande ristorazione.
Da mercoledì pomeriggio la fabbrica limanese è ferma e i dipendenti sono a casa in attesa di conoscere quando potranno riprendere a lavorare.
«L’attacco è avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì, per cui i dipendenti a giornata e del turno del mattino hanno lavorato normalmente, mentre quelli del turno serale di mercoledì sono stati invitati a rimanere a casa. Ad oggi, la squadra di controllo dei sistemi informatici», spiega il direttore del personale della fabbrica bellunese, Gregorio Todeschini, «è al lavoro per sistemare tutto e far riprendere da lunedì, gradualmente, l’attività di produzione».
L’obiettivo, da quanto si capisce, visto che comunque la situazione è molto delicata, è di far ripartire al più presto l’attività almeno a Limana.
Si tratta di un attacco hacker senza precedenti in provincia di Belluno che ha colpito la più grande azienda metalmeccanica del territorio, costretta a bloccare per quasi tre giorni, ad oggi, la propria produzione. Con un danno economico-finanziario importante.
Si pensi che soltanto nella fabbrica di Limana vengono prodotti 250 banchi frigoriferi al giorno. Un problema, quello dell’hackeraggio, che, da quanto si sa, ha interessato in altri momenti, anche altre imprese bellunesi, (tra cui l’Hydro di Feltre), che ancora risente di questo contraccolpo in alcuni ambiti.
«Sono molto preoccupato perché vedo che la Epta sta facendo grandi investimenti, ma chi deve tutelare le imprese in questo momento, cioè il governo, non sta facendo il suo dovere», precisa Najib Osman, rsu della Uilm. «La fabbrica è chiusa da tre giorni», commentano anche i segretari di categoria di Fim Cisl e Fiom Cgil, Matteo Caregnato e Stefano Bona. «Non sappiamo nulla in merito alla portata del danno causato da questo attacco informatico, ma speriamo che possa risolversi il più velocemente possibile. I lavoratori attualmente sono a casa e per loro abbiamo chiesto all’azienda che venga scelta la soluzione migliore per pagare queste giornate e non penalizzarli, vale a dire la cassa integrazione ordinaria. Infatti, se si fosse risolto tutto in una giornata si poteva ricorrere alle ferie arretrate, ma visto che il tempo si è protratto e siamo di fronte ad un fatto straordinario, meglio sarebbe utilizzare la cassa». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi