Grido dal Cansiglio: lavorare è un diritto

Critiche ai politici da cabaret e difesa della Costituzione durante l'iniziativa dell'Anpi: «Questa non è la Repubblica sognata dai nostri compagni»
Allegranzi Cansiglio Manifestazione ANPI
Allegranzi Cansiglio Manifestazione ANPI
ALPAGO. Piove, il piazzale di Sant’Osvaldo è un acquitrino, la temperatura è scesa a 10 gradi. Eppure il “popolo della Resistenza” non manca all’appuntamento con il 73° anniversario del rastrellamento nazi-fascista sull’altopiano del Cansiglio. Il tema è troppo importante per disertare. «La Costituzione è da difendere, ma soprattutto da attuare», afferma Gino Sperandio, presidente dell’Anpi di Belluno, «nella parte non completata. Come quella del diritto al lavoro, non pienamente riconosciuto in tante aziende».


Ci sono gli operai Electrolux di Susegana, ma sono loro stessi a ricordare le preoccupazioni dei colleghi della Wanbao Acc di Mel e della Ferroli di Alano. Solo per citare due aziende bellunesi. Più di 500 i presenti, numerosi dalla Valbelluna. Prima la messa di don Ezio Del Favero, parroco di Tambre, che ricorda la capacità dei partigiani di mettersi insieme per un atto d’amore che ci ha portato alla libertà e la democrazia. Poi la commemorazione, non all’aperto davanti al monumento alla Resistenza, ma in una tensostruttura. Una ventina i sindaci, con i gonfaloni; per Belluno la vicesindaco Lucia Bellotto.


A Roberto Tonon, sindaco della città medaglia d’oro alla resistenza, Vittorio Veneto, è toccato puntualizzare le preoccupazioni dei resistenti per la vanificazione in atto, a loro avviso, di alcuni valori della lotta di liberazione. Il sindaco ha ricordato i tanti amministratori che «in questi tempi bui difendono con le unghie e con i denti le loro comunità dall’illegalità e dal malaffare, anche pagando direttamente con minacce ed attacchi da parte di soggetti a volte noti a volte ignoti» . Il sindaco, ancora più duro, ha invitato a ribellarsi dall’indifferenza, dal qualunquismo, dalla politica «trasformata da alcuni pessimi maestri d’arte in un cabaret di infimo livello al solo scopo di far soffiare ancor più forte il devastante vento dell’antipolitica», la demagogia. «Chi nella Resistenza ha preso su di sè il peso di restituire all’Italia il proprio ruolo, la propria dignità la democrazia, rappresenta, ancora oggi, il vero popolo italiano, il resto è il nulla, un buco nero che non produce energia ma, anzi, la risucchia» . Appassionati anche gli interventi di Marco Bortoluzzi, Anpi di Belluno, e Umberto Lorenzoni, Anpi di Treviso; piena l’adesione dei Volontari della Libertà e, per la prima volta dell’Associazione Osoppo. «Tanti partigiani sono andati avanti, ma noi dell’Anpi non siamo finiti. Non siamo un’associazione di reduci. Se Forza Nuova marcerà su Roma, e sulle nostre città, noi lo impediremo. Senza se e senza ma», ha detto Lorenzoni. E ancora: «Questa non è la Repubblica che hanno sognato i nostri compagni, quindi siamo impegnati a realizzarla compiutamente».


Anzitutto nei diritti del lavoro, appunto. Affettuosi applausi per Breda, il delegato licenziato dall’Electrolux, e per la delegazione Rsu che lo accompagnava, con tanto di striscione sul quale campeggiava la scritta “Noi siamo con Breda” .


La commemorazione, iniziata con l’Inno d’Italia, il Silenzio e “Bella Ciao” (pugno chiuso da parte degli operai Electrolux), è stata conclusa dal sindacalista Rosario Rappa della Fiom nazionale, che ha confermato il pieno sostegno, anche legale, a Breda, ha osservato che le ultime riforme del lavoro non sarebbero affatto costituzionali, ha apostrofato il ministro Minniti per lo “scandaloso silenzio” su Forza Nuova e la marcia su Roma, ha confermato tutta la contrarietà possibile all’equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne.


Argomenti:anpilavoro

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi