Gruppo Argenta, a casa la dipendente
BELLUNO. Da ieri la centralinista della filiale del gruppo Argenta di Cesiomaggiore è a casa. Licenziata.
Alla Direzione territoriale del lavoro, ieri mattina, la ex dipendente, assistita dalla referente della Filcams Cgil, Fulvia Bortoluzzi, ha deciso di conciliare, chiudendo così il rapporto di lavoro come voluto dall’azienda, dietro corresponsione di quello che i sindacati definiscono «un piccolo incentivo». Ora in segreteria nello stabilimento feltrino rimarrà un unico addetto.
A dare supporto morale alla lavoratrice, visibilmente provata da questa situazione capitatale tra capo e collo all’improvviso, i suoi 23 colleghi che ieri si sono astenuti dal lavoro per le prime quattro ore di ogni turno e hanno anche manifestato in piazza a Belluno, davanti alla Prefettura.
Tra loro la preoccupazione è tangibile e molto forte. Infatti, come all’improvviso è arrivata la lettera di licenziamento alla loro collega, dopo 18 anni di lavoro con Argenta, così temono possa succedere anche a loro. «Siamo in ansia, abbiamo paura», dicono i lavoratori riuniti in piazza Duomo, «che la stessa sorte possa capitare anche a noi, visto che l’azienda finora mai aveva parlato di licenziamento. È stato un fulmine a ciel sereno e questo non ci fa sperare in bene, anche perché non conosciamo quali siano le reali intenzioni dell’impresa».
D’altra parte, come fanno sapere i sindacati di categoria, «dai vertici del gruppo che si occupa della manutenzione dei distributori di prodotti alimentari e della loro installazione, ci hanno parlato di un piano di ristrutturazione globale. Cosa contenga questo piano, però, non lo sappiamo, perché come è capitato con quella decina di lettere di licenziamento arrivate tra tutte le filiali di Argenta, non siamo mai stati messi a conoscenza dei loro piani. E questo non è positivo, perché coinvolgendo le parti sociali, si sarebbero potuti attivare degli ammortizzatori sociali o comunque si sarebbe potuta trovare una soluzione diversa dal lasciare a casa le persone», commenta anche Mauro De Carli, segretario della Filcams Cgil bellunese.
«Che amarezza», commenta alla fine Bortoluzzi che si dice davvero «stanca dei comportamenti di aziende che non si capisce cosa vogliano fare. E intanto i lavoratori si sentono trattati non come persone, ma come dei numeri. Questa è la considerazione per i dipendenti i quali ora si trovano in difficoltà e con il timore di altri tagli».
Paola Dall’Anese
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi