Gsp nel mirino dei legali del comitato
BELLUNO. Cosa bolle in bolletta? Anche una causa penale da parte di Sorgente trasparente, accanto a quella civile insieme agli aderenti al comitato e al ricorso al Tar della Lombardia a nome di tutti i cittadini contro il rincaro del 29,4 per cento dell'acqua deciso da Bim Gsp, per cominciare a sanare il buco nell’acqua da 89 milioni di euro: 16,4 per cento di aumento, più 13 di adeguamento tariffario e gli interessi passivi dal primo gennaio 2014 al 31 dicembre 2020. In soldoni, si calcola una botta per famiglia tra i 1.000 e i 1.200 euro. Per molti, la paga di un mese di fatica. Ci stanno lavorando, per conto della portavoce dell’associazione Simona Lorenzon, due avvocati veneziani: l’esperto di diritto amministrativo Alberto Pagnoscin e il penalista Augusto Palese.
Mentre una decisione definitiva sarà presa entro i primi giorni di settembre, Sorgente trasparente continua a scorrere in giro per la provincia e raccogliere firme e contributi: «Le ultime adesioni sono state quelle delle 16 Regole del Comelico, durante l’incontro di sabato scorso, a Santo Stefano di Cadore», spiega Lorenzon, «le sole a non aver aderito sono state San Nicolò e la frazione di Costa, ma solo perché non hanno niente a che fare con Bim Gsp e, visto che è così, possono considerarsi fortunate. Moralmente sono lo stesso vicine alla nostra protesta, però se la cavano in maniera diversa. Questo significa che oltre al migliaio di adesioni, adesso abbiamo anche tutti questi cittadini comeliani».
Le prime azioni sono già state intraprese, ma un’eventuale causa penale sarebbe qualcosa di ancora più importante: «Il ricorso al tribunale amministrativo regionale è stato presentato a nome di tutti i cittadini, che si sono visti recapitare delle bollette per il servizio idrico esagerate. I nostri legali stanno cercando di velocizzare il più possibile la procedura. Mentre la causa civile è stata promossa per conto di coloro che hanno aderito a Sorgente trasparente, versando i 5 euro previsti; se dovessimo vincerla come speriamo, otterrebbero un risarcimento o, comunque, un rimborso. Stiamo riflettendo su altre iniziative, ma qui è meglio che parlino direttamente gli avvocati».
Nel corso degli incontri, si è capito quali sono state e saranno le persone più colpite dall’ondata di rincari: «Le persone anziane: quelle che purtroppo sono rimaste sole e possono contare su una pensione minima. Non certo i giovani, la maggior parte dei quali vive ancora in famiglia o, comunque, viene aiutata. Noi andiamo avanti, continuando a non ritenere graditi e opportuni appoggi politici, che possono anche diventare tentativi di strumentalizzazione».
Dal suo studio mestrino l’avvocato Palese illustra cosa potrebbe succedere: «Ci stiamo pensando su, ma le ipotesi sono essenzialmente due: un esposto alla Corte dei Conti, per verificare se ci possano essere stati dei danni erariali e quello alla procura della repubblica, che servirebbe a capire eventuali ipotesi di reati penali. Credo che, entro la fine di agosto, avremo l’idea precisa su cosa fare, nel frattempo credo che ci vorrà almeno un anno per il ricorso che abbiamo presentato al Tar. I tempi sono quelli. Rimaniamo prudenti e analizziamo con attenzione cosa sarà più conveniente fare».
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