Gsp, oltre un milione all’anno di incarichi professionali
BELLUNO. Un milione all’anno in media, cioè dai cinque ai sei milioni di euro dal 2007 a oggi. E’ imponente la quantità di progetti commissionati da Bim Gsp e inviati all’approvazione dell’Ato; elaborati che dovevano rispondere a un piano d’ambito da 170 milioni di euro, assolutamente irrealizzabile e infatti è stato abbandonato da tempo. Anzi, nell’ultima assemblea dell’Ato i sindaci hanno deciso di bloccare totalmente gli investimenti, fino a quando non si arriverà a una nuova formulazione più credibile e soprattutto sostenibili economicamente.
Tra le altre scelte fatte la settimana scorsa, spicca quella di incoraggiare Bim Gsp a creare un ufficio tecnico: nulla di straordinario, può bastare quello che si vede anche nei comuni più piccoli, perché nella maggior parte dei casi l’azienda si trova a fare interventi minimali e manutenzioni. Ma perché si è reso necessario fare una delibera per un’operazione del genere? Possibile che un’azienda con circa 200 dipendenti non abbia un ufficio tecnico? Eppure è così e l’Ato lo sa, perché ha analizzato i progetti preliminari sottoposti da Bim Gsp e approvati dall’Ato stesso. E’ probabile che i dati non siano completi, perché non tutti i progetti devono per forza essere passati per l’Ato, ma le stime possono essere solo in difetto.
Si scopre così che dal 2007 a oggi Bim Gsp ha presentato progetti per opere del valore di 51,5 milioni di euro. L’anno record è stato il 2008 (22,3 milioni), seguono il 2009 (12,1) e il 2007 (10,6), mentre le consulenze sono scese (4,5) nel 2010, anno che corrisponde alla scoperta del buco da 75 milioni di euro. Nel 2011 il valore dei progetti è di 2 milioni. Secondo la stima dell’Ato, le spese tecniche sostenute vanno dunque dai 4,635 ai 6,180 milioni di euro, a seconda che le parcelle siano state applicate al massimo o al minimo. Per spese tecniche infatti si intendono i progetti, realizzati tutti da professionisti esterni. Grazie a Bim Gsp, quindi, ha lavorato un gran numero di professionisti, ma non è detto che sia un’ottima notizia, sia per costi che per opportunità.
Il Comitato Acqua Bene Comune lo sottolinea: «Consideriamo positiva la volontà di internalizzare la progettazione. Chi doveva avere il ruolo tecnico in Gsp è in aspettativa impegnato altrove (Giovanni Piccoli), ma la mancata efficienza gestionale ha avuto un peso notevole nei problemi finanziari di Bim Gsp, errori che si vedono anche nel documento dei lavoratori. La nostra richiesta di cambiare la spa in azienda speciale non è di sfiziosa ingegneria istituzionale: è necessaria una società diversa, trasparente, accessibile e gestita con il contributo di elementi propositivi e di controllo come comitati, lavoratori e categorie, a garanzia di una gestione non lottizzata».
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