Gsp volta pagina: dopo tanta austerity si punta a investire e allargare l’attività
BELLUNO
Si è chiuso un ciclo. Gsp, giunta ad un passo dal fallimento e risanata da Giuseppe Vignato, amministratore unico della società negli ultimi sette anni, saluta il suo salvatore e volta pagina.
Vignato ha illustrato in pochi minuti il bilancio di esercizio 2019. Occhi sul monitor del computer, la consueta chiarezza espositiva. Nessuna richiesta di chiarimenti dalla sala. Terminato l’intervento del sindaco Massaro, presidente del comitato di coordinamento, Vignato si è alzato, è sceso dal palco e se n’è andato, a testa alta e stringendo un’unica mano (quella di Massaro).
I numeri
Gsp aveva un debito di 89 milioni nel 2011, oggi quel dato è sceso a 32 milioni. Il patrimonio societario è pari a 40 milioni, i ricavi a 30 milioni, l’anno scorso sono stati effettuati lavori per 10 milioni. Numeri che, ha spiegato il revisore dei conti della società, testimoniano come «la situazione finanziaria sia in equilibrio. L’esercizio 2019 è in continuità con quelli precedenti. Sono state efficientate le procedure interne, sono diminuiti i debiti verso le banche e sono stati spalmati in un arco di tempo più lungo, sono migliorati tutti gli indici di redditività».
Obiettivi centrati
Massaro nel suo intervento ha ricordato cosa era stato chiesto di fare a Vignato quando i sindaci gli hanno affidato il delicato e difficilissimo compito di tentare di salvare una società che era praticamente fallita: «Gli avevamo chiesto di risanarla senza che l’operazione gravasse solo sui cittadini; di eliminare i debiti iniziando da quelli dei Comuni e delle Unioni montane; di sanare i debiti con le aziende. Obiettivi che sono stati tutti centrati».
Come? Aumentando la tariffa, certo, «e non è stata una decisione facile da prendere», ha ricordato Mario De Bon, sindaco di Sospirolo e anche lui parte del comitato di coordinamento, che con ieri ha rimesso il suo mandato, garantendo continuità ma invitando le vallate a discutere per un rinnovamento. Oltre all’aumento tariffario sono state fatte anche operazioni che hanno ridotto i costi di gestione e migliorato l’efficienza della società. Il tutto, «con un mandato svolto negli ultimi tempi a titolo gratuito», ha detto ancora Massaro.
«Certo, ci sono stati momenti difficili e di aspro confronto, ma questi momenti devono essere valutati alla luce degli obiettivi che si vogliono conseguire. Eravamo sul baratro. Ci siamo fermati in tempo e non era scontato che senza Giuseppe Vignato saremmo riusciti ad ottenere questi risultati, anche prima di quanto ci si potesse aspettare».
Si volta pagina
A raccogliere l’eredità di Vignato sarà un CdA composto da Attilio Sommavilla, Lara Stefani e Andrea Manin. «Si apre una nuova stagione», ha spiegato Mario De Bon, che ha presieduto l’assemblea dall’uscita di Vignato. «Il CdA che è stato scelto è formato da persone competenti, ma anche noi sindaci dobbiamo fare la nostra parte ed essere propositivi».
La nuova fase di Bim Gsp mira all’espansione, dopo anni durissimi in cui è stato fatto di tutto per ripianare i conti. Le linee programmatiche, che saranno comunque discusse in un’apposita assemblea, sono state illustrate da Massaro. Si punta all’espansione, si apre alle assunzioni per rafforzare la struttura («ciò non significa assumere tutto e tutti», ha detto De Bon, «ma dare alla società la possibilità di scegliere quali rami potenziare»), si mira a migliorare il servizio agli utenti anche organizzando sportelli polifunzionali per le pratiche.
C’è poi da discutere la valorizzazione del pacchetto delle quote che Gsp ha in Ascotrade, e da valutare se è ancora necessario il contributo di 400 mila euro annui che il Consorzio Bim dà alla società. È stato fondamentale negli anni più difficili, ora potrebbe non servire più.
Le altre partite
«Da alcuni soci è arrivata l’indicazione di analizzare la fusione fra Gsp e Bim Infrastrutture», ha concluso Massaro. «Qualsiasi operazione è fattibile, ma a mio avviso solo se questa è il mezzo per raggiungere un obiettivo e non il contrario».
La partita è delicata: Bim Infrastrutture dalla vendita delle reti del gas riceverà decine di milioni di euro «e dobbiamo decidere cosa vogliamo fare con quei soldi», ha avvertito Massaro. «Solo dopo, trovare lo strumento migliore. Prestiamo attenzione a non complicare partite già complesse (un esempio: i rifiuti)».
Anche questi punti programmatici sono stati votati, all’unanimità esattamente come il bilancio, dai soci. —
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