“Guarnier”, a rischio una trentina di posti di lavoro

La riorganizzazione decisa dal gruppo Unicomm-Cestaro potrebbe colpire gli uffici amministrativi e il “Mega”
Di Francesco Saltini

BELLUNO. Trenta posti di lavoro a rischio alla “Marino Guarnier”. A preoccupare i sindacati del settore commercio, turismo e servizi è l’annunciata riorganizzazione del gruppo Unicomm, che gestisce i marchi Emisfero, Famila, A&O e Cash and Carry (C+C) in tutto il Nord Est. Una riorganizzazione che colpirà anche il territorio bellunese, dove Unicomm controlla la storica “Marino Guarnier”.

«Il gruppo Unicomm», spiegano Mauro De Carli della Filcams Cgil, Stefano Bristot della Fisascat Cisl e Renato Candeago della Uiltucs Uil (partecipano alla trattativa anche Stefano Calvi della Fisascat e Fulvia Diana Bortoluzzi della Filcams), «nell’ottica del contenimento dei costi, ha in mente il trasferimento delle funzioni amministrative e gestionali dalla direzione generale della Guarnier di via del Boscon, alla sede centrale del gruppo di Dueville, nel Vicentino. Parliamo soltanto di funzioni e non di uomini. L’operazione, quindi, causerebbe la perdita di venti posti di lavoro nell’area amministrativa-tecnica».

La Guarnier attualmente dà lavoro a 260 persone ed è attiva attraverso tre canali: il catering, con la vendita dei prodotti alimentari direttamente a ristoranti, bar, alberghi e rifugi; il Cash and Carry, con i punti di vendita al dettaglio e all’ingrosso per partite Iva; l’area dei supermercati, attraverso il Mega. La riorganizzazione andrebbe a colpire anche il centro commerciale della Veneggia: «Qui la situazione è ancora in divenire. Da quel che ci viene detto, sarebbero dieci (sui 60 totali) i dipendenti a rischio».

A preoccupare i lavoratori è la sopravvivenza futura della Guarnier: «Trasferire la gestione aziendale a Dueville potrebbe essere il preludio a tagli ben più corposi», dicono De Carli, Bristot e Candeago. «Anche se Unicomm smentisce ulteriori ridimensionamenti futuri, i lavoratori non possono dormire sonni tranquilli». «Quel che chiediamo», proseguono i tre, «è un piano gestionale dettagliato sia per la sede centrale che per il Mega. A metà novembre ci confronteremo con l’azienda per capire se si potrà condividere un sistema di ammortizzatori sociali per i dipendenti in esubero. Ma attenzione, questi ammortizzatori non dovranno essere l’anticamera alla mobilità, bensì il sostegno a un piano di rilancio economico e occupazionale dell’intera azienda».

La preoccupazione è anche per i 6 mila clienti della “Marino Guarnier”: «Parliamo di un’azienda radicata sul territorio, un’azienda storica che negli anni ha sviluppato un rapporto di fiducia con la clientela. Qualità del servizio, assortimento dei prodotti, rapidità nella consegna e voglia di risolvere in tempi brevi ogni tipo di problema: queste le peculiarità di un’azienda simbolo della specificità bellunese. La Marino Guarnier ha una varietà di prodotti superiore alla Unicomm: il suo ridimensionamento porterebbe all’uniformazione dei vari supermercati presenti in Valbelluna. In poche parole, al Mega troveremmo gli stessi prodotti di Famila e A&O».

Per parlare del futuro dell’azienda, ieri alla Guarnier si è tenuta un’assemblea tra sindacati e lavoratori.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi