Guarnier, addio alla società da gennaio non esisterà più
Avrebbe festeggiato il centenario della propria fondazione nel 2020.
Invece dal primo gennaio 2019 la M.Guarnier spa non esisterà più. Nei giorni scorsi anche l’ultimo pezzo della storica società con sede in via del Boscon, quello cioè relativo al magazzino e ai suoi 60 dipendenti, è stato inglobato nella Sybel, un’azienda creata appositamente allo scopo e che fa capo al gruppo Sistemi che è una costola della società Romagna, ditta a cui la società Unicomm si affida per questa attività.
La lenta cessione della Guarnier, azienda della grande distribuzione che si era distinta per l’organizzazione e la presenza in tutto il Veneto con centri di distribuzione e punti vendita al dettaglio, inizia nel 1997 quando viene ceduta al gruppo vicentino di proprietà di Cestaro la parte produttiva e quindi tutti i vari supermercati e anche l’attività di cash&carry. Ad uno ad uno i supermercati che rientrano sotto l’egida di Guarnier passano di mano. Anche la distribuzione, negli anni, viene esternalizzata alla Brema Trasporti. E alla fine, a distanza di vent’anni, con la cessione del Mega e del Buon mercato, il gruppo Unicomm ha inglobato tutta la storica ditta. In questi anni la società vicentina aveva mantenuto il marchio “Guarnier”, un marchio di qualità e sinonimo di attenzione per il prodotto e conosciuto in tutto il Bellunese. Ma dal primo gennaio 2019 anche questo sparirà.
«Dispiace che una storica società così importante nel panorama locale abbia concluso la sua vita», commentano i sindacalisti Fulvia Bortoluzzi, Stefano Calvi e Massimo Marchetti rispettivamente della Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, sottolineando come questa operazione non abbia portato particolari problemi ai lavoratori. Infatti gli inquadramenti, gli stipendi e tutto quanto riferito all’anzianità passano in automatico nella nuova azienda.
Resta, invece, qualche incognita per il personale impiegatizio - cioè 283 persone distribuite tra Belluno, Lentiai, Preganziol, San Vendemiano, Limena, Tavernella e Rosà - che il gruppo Unicomm «per il momento, manterrà nelle varie sedi. Nel tempo però non si sa cosa succederà», spiega Bortoluzzi.
Per Calvi tre sono le ipotesi: «Alcuni di loro potranno essere reimpiegati nella rete di vendita dopo opportuna formazione; alcuni potrebbero rimanere a Belluno per l’accettazione ordini e altri potrebbero andare a Dueville in provincia di Vicenza dove c’è la sede amministrativa del gruppo Cestaro grazie all’istituzione di un pulmino che faccia da spola da Belluno al Vicentino».
Il segretario della Fisascat Cisl ci tiene anche precisare che «l’accordo poteva essere siglato anche prima, ma c’era una questione da risolvere, quella relativa all’anticipo dell’aumento contrattuale, che è arrivato soltanto da qualche giorno. Infatti, per tutti i lavoratori usciti prima di questo accordo, l’azienda ha voluto la restituzione dei soldi anticipati negli ultimi quattro anni in attesa del rinnovo del contratto, che fino ad allora non c’era stata. Si tratta di circa 2500 euro. E lo stesso volevano fare anche per i lavoratori amministrativi e del magazzino. Ci siamo battuti, invece, per giungere ad un accordo, poi il problema si è risolto per la maggior parte, con la firma del nuovo contratto nazionale». —
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