«Guccini? All’inizio lo detestavo»

PIEVE DI CADORE. Francesco Guccini sarà a Pieve di Cadore con la famiglia per trascorrere le ormai imminenti festività pasquali: non andrà in albergo, bensì in casa di amici. Sarà l’ospite certamente più importante, ma non esclusivo, di una famiglia pozzalina che peraltro frequenta da tempo. Un ospite che, nell’occasione, non salirà però in Cadore solo per diletto, ma anche per lavoro. Nel pomeriggio di Pasqua, alle 17, al Cos.Mo., Guccini infatti presenterà e commenterà le sue ultime otto canzoni, raccolte nel disco “L’ultima Thule”, che il cantautore ha già battezzato in più occasioni come l’album finale della sua carriera.
La notizia dell’arrivo di Guccini è nota già da diversi giorni, e molti bellunesi si sono chiesti il perché di questa vacanza in Cadore (peraltro non occasionale) di un personaggio della cultura e della musica così famoso e celebrato.
A soddisfare questa legittima curiosità è proprio colei che ospiterà Guccini e famiglia, la signora Gabriella Forte.
«Ho conosciuto Guccini come cantautore», è l’inizio del racconto, «durante le varie feste dell’Unità che negli anni ’70 si tenevano a Tai. Ascoltavo le sue canzoni, e devo onestamente dire che non mi piacevano per niente. Anzi, a dirla tutta, mi davano fastidio. Ho capito però qualche tempo dopo che non era quello il Guccini vero, e che l’etichetta di voce della Sinistra che gli avevano messo addosso non gli piaceva davvero. Per questo, ad un certo momento, ha scritto una canzone piena di parolacce, “L’Avvelenata”, proprio per una forma di rivolta verso quella collocazione per lui innaturale. A mio marito Volmer, con cui sono sposata dal 1970, quelle canzoni invece piacevano molto, tanto che era diventato suo fan».
Com’è stato che avete conosciuto Guccini?
« Eravamo alla fine degli anni ’70. In quegli anni lavoravo in casa ed ascoltavo tantissime canzoni. Non riuscivo a capire perché Guccini piacesse tanto alla gente, e perché i suoi concerti fossero frequentatissmi. Poi ho ascoltato “Asia”, “L’isola non trovata”, “Stanze di vita”, ed è arrivata la svolta: ho preso carta e penna e gli ho scritto. Non mi aspettavo una risposta, che invece è arrivata una settimana dopo. Un “papiro“ che terminava con una frase: “ma secondo te, sono solo canzonette?” Tutto sembrò finire lì. Qualche tempo dopo, con Volmer, dovevamo fare un viaggio in Toscana; mio marito decise di fare una deviazione sulla Porrettana, proprio con la speranza di farci ricevere da Guccini, che aveva la fama di accogliere tutti. Siamo stati fortunati perché quel giorno Francesco si era fermato a Pavana (normalmente abitava a Bologna, ndr) e ci accolse a braccia aperte. Un colpo di fulmine: dovevamo fermarci 10 minuti, ma il giorno dopo eravamo ancora lì. E’ stata un’emozione unica, e non solo per noi, ma anche per lui: nell’accendersi la sigaretta, gli tremava la mano».
Una bella esperienza...
«Indescrivibile: ha voluto prepararci lui la cena e, per cuocerla, si è anche vestito da cuoco ed ha fatto il giullare per farci divertire. Abbiamo dormito a casa sua ed il giorno dopo siamo partiti pensando che tutto fosse finito. Invece è stato solo l’inizio di una splendida amicizia che prosegue tuttoggi. Infatti, un mese dopo, Guccini ci ha invitati a partecipare al compleanno di Rambaldi, il fondatore del Club Tenco. Nonostante la distanza, abbiamo accettato l’invito e siamo andati a Pavana, dove abbiamo partecipato al gemellaggio. Sono stati tre giorni di festa che sono serviti a farci entrare nella sua famiglia, tanto che nell’estate successiva abbiamo trascorso le vacanze nel paese di Guccini, insieme ai suoi famigliari. Era il 1980. Ci ha talmente integrati nella sua famiglia che mi sembrava di essere sempre stata lì. Negli anni successivi sono scesa spesso a Bologna per andarlo ad incontrare».
E poi sono iniziate le visite di Guccini a Pozzale, vero?
«Sì, dal 1984», dice Gabriella Forte, «ed è successo un fenomeno identico: Guccini e la sua famiglia si sono perfettamente integrati nel paese, tanto che molte volte sono stati ospiti anche di altre famiglie pozzaline . E’ venuto anche un inverno, quando nella notte di Capodanno è andato a fuoco l’albergo Tranego, che si trovava adiacente alla nostra casa. Il pregio di Guccini è che, pur essendo un uomo di cultura, non la ostenta ma la condivide attraverso giochi, incontri, contatti personali; pertanto è bene accetto da tutti. Insieme a lui, io e mio marito abbiamo passato dei periodi bellissimi, scarpinando insieme; anche se lui alle Dolomiti preferirebbe gli Appennini. Quest’anno arriverà insieme a sua moglie Raffella non appena chiuderanno le scuole e si fermerà fino alla fine delle vacanze. Saranno senz’altro nuove giornate bellissime, che condivideremo con i nostri amici; compreso il giorno di Pasqua, quando terrà questo suo particolare concerto al Cos-Mo».
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