Guerra a gazze e cornacchie per far tornare le rondini: «Distruggono i loro nidi»

BELLUNO
La città corre ai ripari contro il preoccupante spopolamento dei nidi di rondine in centro storico. Negli ultimi tre anni (da quanto è attivo il censimento ufficiale) è stato registrato un calo costante degli arrivi degli amati uccelli migratori, che rischia di farli sparire da Belluno nel giro di 5-6 anni.
Complici di questa situazione sono l’aumento esponenziale della popolazione di colombi e cornacchie e alcuni provvedimenti adottati in passato proprio per salvaguardare le rondini che si sono rivelati controproducenti. È per questo che la Provincia farà scattare un piano di controllo per limitare i danni all’agricoltura e alle altre specie che prevede la cattura e l’abbattimento di mille cornacchie e mille gazze grazie al supporto di oltre cento operatori autorizzati.
«Le città sono punti di sosta importanti sulle lunghe rotte migratorie delle rondini», ha spiegato il naturalista Giuseppe Tormen, «purtroppo ogni anno ne tornano sempre meno dall’Africa e a questo si aggiunge la distruzione dei nidi. In città, nel 2016, erano 42, occupati da 50 coppie di uccelli, già nel 2017 erano scesi a 35 per 40 coppie e oggi, in centro storico, troviamo appena 18 nidi per una ventina di coppie. Di questo passo in 5-6 anni rischiamo di non vedere più rondini a Belluno».
CACCIA AI “VANDALI”
Lo studio ha permesso di fare maggiore chiarezza anche sulle cause della distruzione dei nidi di rondine in città che, inizialmente, era stata attribuita soltanto a qualche cittadino poco rispettoso, esasperato dal guano che questi uccelli fanno cadere lungo i muri dai propri rifugi costruiti sotto i portici o in altri punti riparati. «La distruzione dei nidi è da attribuire principalmente a corvi e cornacchie che negli ultimi tempi sono sempre più numerosi in città», continua Tormen, «inoltre per cercare di conciliare la vita delle rondini, dei passanti e dei commercianti, erano state applicate delle tavolette anti guano sotto i nidi per evitare la caduta a terra del materiale. Purtroppo ci siamo accorti che questo favoriva l’intervento degli altri uccelli che vi si appoggiavano per distruggere i nidi con il becco».
Le tavolette erano state posizionate in collaborazione con il movimento antispecista bellunese “Siamo tutti animali”, che ora ammette che si dovranno perseguire altre vie per facilitare la vita delle rondini in città e invogliarle a tornare: «Belluno è un caso anomalo perché nel resto del Paese non si registrano particolari problemi con corvi e cornacchie nella gestione dei nidi di rondine», spiega Cristiano Fant, di “ Siamo Tutti Animali”, «noi abbiamo installato le tavolette e ora le toglieremo, puntando su nidi artificiali e altre misure che possano aiutare le rondini sul nostro territorio».
LE MISURE FUTURE
Un problema che, oltre a creare danno agli animali, produce un danno alla città sia in termini ambientali che turistici: «I risultati di questo terzo censimento, dopo quelli del 2016 e del 2017, sono abbastanza preoccupanti e ci spingono a dover intraprendere subito alcune azioni per invertire questo trend negativo», ha spiegato l’assessore alle politiche ambientali, Stefania Ganz, «le rondini sono importanti perché sono un insetticida molto efficace e un importante indicatore ambientale, oltre a rappresentare un attrattore turistico importante al quale non vogliamo rinunciare». Ora gli enti riuniti dettano l’agenda per porre rimedio a questa situazione: «Per prima cosa vanno rispettate le leggi e bisogna osservare un approccio scientifico e non ideologico al problema», spiega Franco De Bon, consigliere provinciale, «avvieremo un piano di controllo che prevede la cattura e l’abbattimento di 1000 cornacchie e 1000 gazze, che saranno poi analizzate per capire se ci sia il rischio di malattie nella folta popolazione di questi uccelli. A questo uniremo un’azione di sensibilizzazione nelle scuole e nei negozi del centro, che potranno esporre un logo che li identificherà come “amici delle rondini”». —
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