“Guerra” in nefrologia Indagato il direttore Usl

Omissione di atti d’ufficio per Compostella: sullo sfondo la battaglia legale tra due medici del reparto. Il pm ha chiesto l’archiviazione dell’indagine
Di Cristina Contento
Il decennale dalla costruzione dell'Hospice 2
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BELLUNO. Omissione di atti di ufficio: perchè la Usl 1 non avrebbe preso provvedimenti sul primario di nefrologia Pierluigi Di Loreto, nella “guerra interna” al reparto di nefrologia, condotta nei confronti di un medico dello stesso reparto (atti per i quali c’è un procedimento per mobbing).

E di questa ipotesi di reato deve rispondere Antonio Compostella, in quanto direttore generale dell’Usl 1 di Belluno: contro il rappresentante dell’unità sanitaria aveva presentato denuncia la dottoressa presa di mira dal primario di nefrologia, che chiedeva all’azienda di prendere provvedimenti sul primario, allontanandolo e facendo in modo che non la tenesse più sott’occhio. Secondo i denuncianti, la Usl aveva un obbligo giuridico ad attivarsi, viste le questioni legali aperte tra i due medici e la pendenza di procedimenti civili e penali che non pregiudica la possibilità che la Usl stessa si attivi con misure cautelative. Ma queste non sono venute e dunque la dottoressa ha proceduto anche nei confronti dell’unità sanitaria bellunese.

È nata così l’inchiesta che ieri è approdata davanti al gip Cozzarini. Inchiesta che, se fosse stato per la procura, si sarebbe anche chiusa con una archiviazione, la cui richiesta era stata inoltrata dal pubblico ministero Simone Marcon. Pm per il quale, evidentemente, non si ravvisavano omissioni d’atti d’ufficio da parte della direzione generale della Usl 1 verso il primario.

Ma all’archiviazione c’è stata l’opposizione del medico che l’ha presentata e ora il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se indurre il pubblico ministero all’imputazione coatta contro Compostella, oppure se archiviare.

L’udienza preliminare ieri è stata molto dibattuta tra le parti: da una parte la difesa di Compostella (assistito dall’avvocato Prade), dall’altra il difensore della denunciante, l’avvocato Giorgio Morales, poi la procura con il pubblico ministero Simone Marcon. Il gip Cozzarini, però, si è riservato di emettere un verdetto che verrà nei prossimi giorni.

Intanto nel primo giudizio civile per mobbing davanti al giudice del lavoro, intentato dalla stessa dottoressa nei confronti della Usl 1, c’è stato il primo risultato positivo per la parte offesa: dal giudizio è stato estromesso il primario Di Loreto. Secondo il giudice del lavoro, la Usl 1 non può rivalersi, chiamando in causa il primario, in quanto, come sostenuto dalla parte offesa (assistita dall’avvocato Morales), la rivalsa nei confronti di dipendenti pubblici va fatta solo davanti alla Corte dei conti. Causa di lavoro per mobbing che andrà avanti quindi solo contro la Usl 1, alla quale si chiede anche un risarcimento danni e l’annullamento di due sanzioni disciplinari che il primario Di Loreto aveva assunto nei confronti della collega di reparto.

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