Guerra in trincea nella mostra al Pordoi

Inaugurata ieri l’esposizione al centro Crepaz del Cai. Ricostruzioni fedeli con un gran numero di reperti e fotografie

PASSO PORDOI. Grande successo ieri al Centro Bruno Crepaz del Cai al Passo Pordoi per l’inaugurazione della mostra sulla Grande Guerra, voluta ed allestita dalla neonata Associazione storico culturale Col di Lana Livinallongo Buchenstein. Presieduta da Valerio Troi, è nata per volontà di otto appassionati recuperanti e collezionisti di reperti bellici di Livinallongo, con lo scopo di mostrare al gran pubblico il lavoro di anni ed anni di appassionate ricerche sul campo, specie sul Col di Lana. Un desiderio che si è concretizzato un paio di anni fa con l’approssimarsi del centenario della Grande Guerra.

Per l’occasione ieri al Passo Pordoi sono salite autorità, tra queste i vertici del Cai, che ospita la mostra nei locali della struttura dedicata a Bruno Crepaz, con il presidente nazionale Umberto Martini e quello veneto Francesco Carrer. E poi rappresentanze militari e delle istituzioni con il sindaco Leandro Grones e l’assessore di Canazei Barbara Iori, degli alpini, schützen ed i figuranti in divisa della Darstellergruppe Südliches Militär. Non è una delle tante mostre dedicate alla Grande Guerra quella allestita sui circa 350 mq del Centro Crepaz. Nelle ricostruzioni fedeli di baracche austriache e italiane, trincee attrezzate con le mitragliatrici, nelle tante vetrine dove sono esposti un numero imprecisato di reperti di ogni tipo, da quello bellico a quello della vita quotidiana del soldato, nella sezione fotografica con diverse foto inedite, ci sono storia e memoria di quanto avvenuto in 3 anni di combattimenti sul Col di Lana. Una mostra che nasce dal cuore e dalle mani di chi l’ha ideata e voluta. Un particolare su tutti: ogni vetrina, pannello espositivo della parte fotografica, ogni allestimento (c’è anche la ricostruzione di una teleferica e di una linea elettrica) è stata fatta a mano da alcuni componenti dell’associazione sfruttando tavole e travi di vecchi “tablei” crollati sotto il peso della neve, messi e regalati per la mostra dai proprietari.

Unica anche la sezione dedicata ai tanti oggetti fabbricati dai soldati nei momenti di “tranquillità” nelle trincee, con pezzi di filo spinato o di bombe. Insieme a questi gli altrettanto unici reperti bellici, scovati nelle case di Fodom, che una volta terminata la guerra, sono diventati attrezzi da lavoro dei fodomi, che con la guerra avevano perso tutto.

E alla gente della montagna è andato il pensiero del presidente del Cai, Martini, che ha ricordato il bisogno, sancito anche nello statuto dell’associazione, di portare la gente a conoscere chi in montagna ci vive. Dell’opportunità con questa mostra, di far vivere un centro come quello del Pordoi, troppo spesso silente, ha parlato il presidente veneto Carrer. Dopo la benedizione, del parroco don Dario Fontana, l’inaugurazione ufficiale col taglio del nastro coi colori delle bandiere italiana ed austriaca ed un pezzo di filo spinato che Troi e Martini hanno tranciato con una cesoia, residuato bellico. La mostra resterà aperta fino all’autunno 2018, ogni giorno, dalle 10 alle 17,30 da giugno ad ottobre.

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