Guglie crollate in Val Visdende: «Sono fenomeni naturali»
«Un evento naturale, che non ha cause particolari, ma deriva dalla particolare consistenza della roccia di queste montagne». All’indomani dei distacchi dei due campanili di roccia dal monte Franza, in Val Visdende, tra il Peralba e il Rinaldo, questo è il commento più comune.
Quindi massima attenzione nella zona, perché si presume vi possa essere un periodo di assestamento, anche dovuto ai temporali che, come ieri, si abbattono sempr epiù spesso sul Comelico, ma niente di più.
«È chiaro che i tempi geologici non sono i nostri», spiega Marco Casanova Borca dello studio Be Forest di Santo Stefano, «e che la roccia si sgretola continuamente. Poi alcuni episodi sono più eclatanti di altri perché colpiscono l’opinione pubblica: penso ad esempio al crollo di una delle Cinque Torri a Cortina, qualche anno fa. In questo caso, invece, il fato ha voluto che fosse presente una persona con il telefonino, a riprendere un evento che altrimenti sarebbe rimasto nell’ordinarietà delle cose. Della vita delle Dolomiti e della Alpi Carniche».
Insieme al collega Massimo Kratter, anche lui dottore forestale, Marco Casanova Borca conosce a menadito la Val Visdende e conferma che, a sua memoria, distacchi di roccia di queste proporzioni non ci sono mai stati in Val Visdende. «Ma appunto bisogna guardare i tempi lunghi», prosegue, «come quando si trovano a bordo sentiero grossi massi, ormai quasi coperti da vegetazione e dove sopra sono cresciuti larici e abeti: bene si tratta di roccia che qualche secolo fa, come accaduto l’altro giorno, si è staccata da una vetta per il naturale processo di degradazione della montagna, per il lavoro costante dell’acqua e del ghiaccio che la fessura, fino a causare i distacchi, senza che vi siano altri agenti particolari, scosse o venti, a provocarle».
Adesso comunque si tratta di verificare la situazione e di mettere in sicurezza la zona, in particolare il sentiero 135.
«È stata una fortuna che non vi fosse nessuno a transitare in quella zona, perché proprio da lì», sottolinea Silvano Eicher Clere, presidente della Regola di Costalta, «passa il sentiero del Silenzio, che prosegue poi verso il Passo del Mulo e da qui conduce alle Sorgenti del Piave. È una zona da sempre interessata alle colate di ghiaia, e la nostra Regola è già intervenuta in passato per convogliarla in alcuni canaloni, così da evitare che vada a rovinare il bosco sottostante. E anche per utilizzare questo materiale per la costruzione di strade di penetrazione in valle».
Intanto ieri è continuato senza interruzione il transito dei turisti in Val Visdende, come conferma Melissa, una degli addetti alla riscossione del pedaggio per il parcheggio in valle.
«In mattinata abbiamo avuto circa 200 macchine, ed abbiamo venduto anche parecchi settimanali e mensili. Molti chiedono di Vaia e degli schianti, pochi erano al corrente di quanto accaduto lunedì. Il transito complessivo è un po’ calato rispetto allo scorso anno, ma adesso si sta allineando a dodici mesi fa». —
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