Guida “abusiva” sul Lagazuoi: il giudice condanna a cinque mesi
CORTINA. Guida naturalistica, non guida alpina. Il fiorentino Alberto Calamai è stato condannato dal giudice Riposati a cinque mesi di reclusione, con pena sospesa, per esercizio abusivo della professione. È esattamente la condanna richiesta dal pubblico ministero Rossi, mentre i difensori di fiducia Caciolli e Fiorentino spingevano per l’assoluzione, in quanto il fatto non sussiste.
Calamai aveva accolto una comitiva di turisti a Cortina, scortandola poi lungo un percorso montano, nella zona del Lagazuoi. La meta finale della gita era il rifugio omonimo, ma non poteva certo essere lui l’accompagnatore, perché gli mancava l’indispensabile qualifica di guida alpina. Aveva conseguito soltanto di quella di guida naturalistica, che non era certo sufficiente.
Il fatto era stato contestato il 22 giugno 2012, un giorno che aveva fatto registrare un incidente mortale, proprio in quell’area. Era deceduto Fabrizio Briganti, un 54enne a sua volta originario di Firenze con la passione per il trekking. L’uomo stava percorrendo il tratto che dal passo Val Parola porta al Piccolo Lagazuoi, quando era scivolato su un piolo metallico del tratto attrezzato. Caduto all’indietro, aveva battuto la testa sulla roccia ed era scivolato in basso ancora per qualche metro, senza più dare alcun segno di vita.
La vicenda finita in tribunale non c’entra direttamente con il dramma appena descritto, ma è per dire della pericolosità della zona. La comitiva di amici, tutti iscritti alla sezione trekking del circolo dipendenti dell’Università di Firenze era giunta in zona al mattino, per dare il via a una tre giorni dedicata alla visita delle Dolomiti e in particolare dei luoghi legati alla Grande guerra. Aveva già visitato il Museo Forte Tre Sassi al passo Val Parola e poi erano saliti al Sasso di Stria per vedere da vicino trincee, manufatti e gallerie usate dai soldati. Il rifugio Lagazuoi era la meta conclusiva e non poteva esserlo. Ci voleva una guida alpina e non Calamai. —
G.S..
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