Guida alpina abusiva con le ciaspe sulla neve

VAL DI ZOLDO. La guida naturalistica ambientale non è una guida alpina, è una professione diversa. Per la procura della Repubblica, Dino Calzavara non poteva accompagnare sulla neve quel gruppo di turisti con le ciaspe ai piedi, in Val di Zoldo. Ecco perché è a processo per esercizio abusivo della professione.
Il 42enne trevigiano di Cison è difeso dalla bellunese Casciarri e dal romano Berchicchi (specializzato in associazioni naturalistiche), mentre il Collegio Veneto delle guide alpine si è costituito parte civile con la padovana Traballi. Ad accusare Calzavara è il pubblico ministero Sartorello, davanti al giudice Riposati. C’era già stato un decreto penale di condanna, ma siccome Calzavara ritiene di non aver fatto niente di illegittimo ha fatto opposizione ed è finito in aula, sempre per rispondere dello stesso reato.
I primi testimoni dell’accusa, a cominciare da chi aveva segnalato questa situazione di abusivismo e fino al titolare dell’agenzia Travelsport, hanno ricostruito cosa successe quel primo febbraio 2015. Pur facendo la guida naturalistica ambientale, l’imputato ha accompagnato un certo numero di escursionisti sulle nevi dello Spiz de Zuel, uno degli itinerari più classici con le ciaspe della Val di Zoldo. Quota 2033 metri, con un panorama straordinario verso Civetta e Moiazza.
Il Collegio se n’è accorto e, dopo aver deciso di dare una stretta all’abusivismo, sulla base di un progetto presentato all’assemblea delle guide alpine del maggio 2015, ha segnalato Calzavara all’autorità giudiziaria. In sede di udienza filtro, i difensori avevano puntato sulla presunta incostituzionalità della legge regionale, che descrive l’esercizio della modalità dell’attività di guida alpina, ma l’eccezione era stata respinta. Mancano ancora diversi testimoni da sentire e il giudice Riposati ha rinviato all’udienza del 10 maggio.
Gigi Sosso
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