Ha mezzo milione in banca e l’affitto a 87 euro al mese
Vive in una casa popolare, a 87 euro al mese di affitto, ma in banca ha oltre 500 mila euro. Un caso limite, certamente, ma uno dei tanti emersi con il cambio della normativa regionale che consente l’accesso agli alloggi popolari. «Una legge che non vuole essere punitiva, ma che nasce per garantire equità e per tutelare le famiglie che hanno davvero bisogno di una casa popolare», spiega la presidente dell’Ater di Belluno Ilenia Rento.
Ieri tutte le aziende territoriali di edilizia residenziale delle sette provincie del Veneto hanno illustrato gli ultimi dati sugli alloggi affittati, le famiglie in attesa di ottenerne uno, gli aumenti e le diminuzioni dei canoni. Un modo, anche, per difendere la riforma introdotta con la legge 39/2017, che ha modificato i criteri per accedere alle graduatorie.
Isee-erp
La novità principale è che non si considera più solo il reddito, ma l’Isee, che indica anche il patrimonio mobiliare e immobiliare della persona. E, in base alla nuova legge, chi supera il tetto Isee-Erp di 20 mila euro (magari perché ha parecchi soldi in banca e case di proprietà) deve lasciare l’alloggio Ater a persone più bisognose.
famiglie in attesa
Del resto, ha spiegato la Rento, a luglio erano 371 le famiglie con una situazione Isee inferiore ai 20 mila euro in attesa di avere un alloggio popolare. Proprio in quel mese sono stati assegnati 17 appartamenti, altri sei sono stati consegnati ad agosto. Ad oggi, quindi, sono 348 le famiglie in attesa.
gli affitti
L’Ater ha in provincia di Belluno circa 1600 alloggi. A luglio erano 1472 quelli occupati. «Il canone medio per chi ha un Isee inferiore a 20 mila euro è passato da 108,14 euro a 136,57 euro», ha continuato la presidente. «È aumentato il canone minimo, passato da 10,88 euro a 40 euro. Lo pagano 29 persone, l’1,9% dei nostri inquilini».
In generale il canone medio è passato da 127,97 euro a 158,30 euro. Quello più alto è di 1500 euro più Iva, ma la persona che lo paga non ha più i requisiti per avere un alloggio Ater e ha due anni di tempo per lasciarlo libero. Nel libero mercato, del resto, potrebbe trovare facilmente un affitto più abbordabile. «Tutti i nuovi canoni sono sostenibili», precisa la Rento. «Il 29,7% degli inquilini si è visto ridurre l’affitto con la nuova legge».
Le sorprese
L’analisi delle situazioni Isee ha permesso di individuare chi non ha più i requisiti per l’alloggio popolare. «58 assegnatari hanno un patrimonio mobiliare (soldi in banca) superiore a 100 mila euro», hanno spiegato la Rento e il direttore dell’Ater Alberto Pinto. «Una persona ha in banca oltre 500 mila euro e pagava un affitto di 87 euro al mese. Gli è stato aumentato a 235, ma dovrà comunque lasciare l’alloggio entro due anni visto il patrimonio mobiliare».
Quarantadue persone, inoltre, sono risultate avere altri alloggi di proprietà. Ater farà le verifiche per capire se possono essere abitati e se sono adeguati ad ospitare le famiglie che oggi vivono nella casa popolare. Se così sarà, si libereranno altri posti nei condomini Ater della provincia. —
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