Hiv, sono cinque i nuovi casi registrati nel 2015 in provincia

Nella Giornata mondiale contro l’Aids, i dati bellunesi restano praticamente invariati rispetto agli altri anni
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Sono cinque i nuovi casi di Hiv registrati nel 2015 in provincia. Un trend che conferma, a grandi linee, quello degli altri anni. Mentre sono 150 le persone in cura. Per quanto riguarda, invece, i malati di Aids, due sono le persone decedute per la complicanze generate dalla patologia.

Nella Giornata mondiale dell’Aids celebrata ieri, il direttore dell’unità operativa complessa di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Belluno, Ermenegildo Francavilla, fa il punto della situazione.

L’incidenza della Sindrome da immunodeficienza acquisita in provincia di Belluno era pari a 1.4 per 100 mila abitanti nel 2014, come si evince dal report della Regione Veneto diffuso in questi giorni, mentre quella dell’Hiv è di circa 4.8 per 100 mila abitanti.

L’anno scorso, secondo l’analisi regionale, i pazienti affetti da Hiv erano 10 in provincia, mentre erano 2 nel 2013.

«Fino a qualche giorno fa», precisa il primario, «i casi di persone in cura da noi perché affetti da Hiv erano tre, ma proprio oggi altri due pazienti, di cui uno italiano e uno straniero, sono risultati positivi al test. Nei prossimi giorni saranno visti nel nostro reparto e sarà prescritta loro la cura necessaria per evitare che la malattia diventi conclamata».

I test per l’Hiv vengono eseguiti gratuitamente e rigorosamente in forma anonima e «con la massima discrezione», tiene a precisare Francavilla che spiega come oggi di Aids non si muore più come un tempo, «grazie alla terapia farmacologica che viene prescritta a chi ne è affetto. Si tratta di farmaci che il paziente deve assumere per sempre per avere una vita quasi normale. Questi medicinali vengono dispensati dalla farmacia ospedaliera ma sono molto costosi. Ogni anno, la nostra azienda sanitaria spende circa un milione di euro per il loro acquisto».

Ma chi sono i malati di Hiv in provincia di Belluno? «Sono per lo più uomini di età compresa tra i 35 e i 50 anni che hanno contratto la patologia tramite rapporti sessuali non protetti. Ormai, infatti, i pazienti sieropositivi tossicodipendenti sono davvero pochissimi, prima di tutto perché sono cambiate le modalità di assunzione della droga: oggi si predilige non più la via endovenosa, ma la sniffata. E poi, ora, uno non si scambia più la siringa con l’amico, ma la cambia direttamente».

E se gli italiani sono la maggior parte dei pazienti, sono in aumento anche gli stranieri, soprattutto di alcune zone del mondo come l’Africa, dove l’Hiv è, comunque molto diffuso.

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