«Ho pagato 40 euro caffè e prosecco ma non so del privè»

MEL. Caffè e prosecco? 40 euro. Al banco, si capisce, perché i clienti del bar Valentino dicono di non sapere cosa succedesse nel privè e nemmeno interessava loro. Il gestore del locale di Tallandino,...

MEL. Caffè e prosecco? 40 euro. Al banco, si capisce, perché i clienti del bar Valentino dicono di non sapere cosa succedesse nel privè e nemmeno interessava loro. Il gestore del locale di Tallandino, Flavio Mappelli è in tribunale a rispondere di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, difeso dall’avvocato Fioraso.

Ieri sono stati ascoltati vari testimoni. Un ex collaboratore dell’imputato in una precedente attività è andato due sere al Valentino. La prima volta c’è rimasto pochi minuti, mentre la seconda ha giocato con le macchinette. Ha offerto da bere a una delle ragazze e pagato il conto da 40 euro, «ma nella saletta non ci sono mai stato. Non mi interessava e non so cosa si facesse lì dentro».

L’ex fidanzato della sorella di una delle donne ci sarà andato due o tre volte. «All’ingresso c’era un manichino con le sembianze di un pirata e dentro delle ragazze e una pertica, anche se non ho mai visto spettacoli di lap dance. Il privè era la stanzetta di Flavio e dentro c’erano computer, telecamere e frigorifero. La ragazza non guadagnava molto, mandava soldi in Romania e dovevo aiutarla».

Un altro avventore frequentava anche Cantinota di Cesio e Tre Gai di Villapaiera e ha le idee un po’ più chiare: «Mi interessavano birra e slot. C’erano anche ragazze, che insistevano per farsi offrire da bere, ma non ho mai visto il privè. Non ci sono mai entrato: penso che all’interno si ballasse. Non mi andava di pagare per vedere una ragazza che danza e si spoglia, come mi era capitato 10 anni fa». In un secondo momento, precisa: «Non mi andava di essere spiato, soprattutto da Mappelli, ma non so se ci fossero rapporti sessuali».

In una telefonata si parla di 200 euro per avere un rapporto con una ragazza: «Non è vero e avrei voluto denunciare Mappelli per calunnia, poi mi è passata e allora ho lasciato perdere. Adesso me ne sto a casa», ha detto al pm Gallego. Poco significativa la testimonianza della sorella di una delle lavoratrici: «Nel pomeriggio era un bar normale». Manca una teste da sentire il 31 ottobre, poi discussione e sentenza dei giudici Coniglio, Feletto e Cittolin.

Gigi Sosso

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