«Ho visto la maestra in ginocchio sul bambino»
Il racconto del papà carabiniere che ha denunciato un’insegnante elementare per maltrattamenti dopo aver assistito ad un episodio all’interno della scuola
BELLUNO. «Lo teneva fermo a terra con un ginocchio sul costato e non ha smesso fino a quando non ho urlato “alt! Carabinieri” estraendo il tesserino». Drammatica ricostruzione, durante l’udienza di ieri mattina, dell’episodio che ha portato alla denuncia di una maestra elementare (avvocati Mauro Gasperin e Monica Barzon), accusata di maltrattamenti a un bambino (parte civile con l’avvocato Giuseppe Triolo). Il fatto risale al febbraio 2016, pochi minuti prima della fine delle lezioni. A denunciarlo è stato un carabiniere, padre di un bambino che frequenta la stessa scuola. Ieri l’uomo ha testimoniato davanti al giudice Angela Feletto, raccontando quello che ha visto quella mattina attraverso le vetrate dell’edificio, mentre andava a prendere il figlio.
A terra c’era un bambino che cercava di divincolarsi e sopra di lui c’era la maestra che lo afferrava per le mani e lo bloccava tenendogli un ginocchio sul costato. Il bambino sarebbe anche stato trascinato per qualche metro. A quel punto il carabiniere è entrato urlando”cosa sta facendo? si alzi!” ma la maestra avrebbe mollato la presa solo dopo che l’uomo ha estratto il tesserino identificandosi come carabiniere. A quel punto il bambino è scappato via.
La seconda testimonianza è stata quella di una dipendente della cooperativa che gestisce la comunità per minori dove il bambino veniva ospitato per alcuni pomeriggi alla settimana. La donna ha riferito di aver visto il bambino uscire da scuola correndo verso di lei con il volto incupito e gli occhi rossi, come capitava quando litigava con qualcuno. Camminando il ragazzino ha spiegato di aver litigato con la maestra, perché lei gli aveva chiesto di riordinare i giochi della palestra che lui aveva usato e che si rifiutava di mettere a posto. Il piccolo ha anche affermato che la maestra lo aveva preso per le orecchie facendogli male. La cosa però poi era finita lì, il bambino era salito in macchina e, chiacchierando con gli altri ragazzi, aveva cambiato umore. Il suo volto però aveva delle chiazze rosse che le operatrici hanno notato una volte arrivati in comunità.
Il bambino, che oggi non è più ospitato nella struttura per minori, era più vivace della media e faticava ad accettare regole e rifiuti ma, secondo quanto emerso finora al processo, in precedenza non aveva subito altri episodi di presunti maltrattamenti come quello denunciato dal papà carabiniere.
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