Hydro: «Fonderia pronta a gennaio 2020». Sul ricorso al Tar: «Nessuna ostilità»
«Nessun attacco a Provincia e Comune di Feltre, solamente chiediamo un trattamento come tutte le aziende che operano nel settore dell’alluminio in contesti simili a quello di Feltre». Chi parla è Luca Bertola, amministratore delegato della divisione Italia di Hydro, la multinazionale con sede a Oslo che nel nostro Paese è proprietaria degli stabilimenti di Feltre e Osnago, quest’ultimo in Lombardia.
Il riferimento è al ricorso al Tar con il quale l’azienda si oppone a una delle sette prescrizioni dettate dal tavolo autorizzativo che ha fissato i paletti per il potenziamento della fonderia. A proposito, i lavori si svolgeranno a gennaio per essere completati entro la fine di quel mese, dopodiché la quantità di materiale lavorato passerà dalle attuali 160 tonnellate al giorno alle 250 che sarà possibile lavorare con un impianto più efficiente e tecnologicamente di ultimissima generazione. «E poi», aggiunge Bertola, «c’è una questione tecnica non di poco conto: al momento non esiste una tecnologia per eseguire controlli in continuo su diossine e benzo(a)pirene come ci viene richiesto».
Di sicuro Hydro non ci sta a passare come l’azienda cattiva che appesta l’aria di Feltre. D’altra parte lo stesso direttore dello stabilimento, Stefano Spinelli, ha scelto di abitare in pieno centro città. «Aggiungo», prosegue l’amministratore delegato, «che se il Comune di Feltre intende organizzare una riunione pubblica sul progetto della nostra fonderia e il sindaco ci inviterà, noi saremo presenti per essere parte del contraddittorio. Non ci nascondiamo perché non abbiamo nulla da nascondere».
NESSUNA GUERRA
Il sindaco Perenzin l’aveva presa proprio male giudicando il ricorso al Tar “un gesto inaccettabile per un’azienda che dice di fare dell’attenzione all’ambiente uno dei suoi punti fermi”. Una presa di posizione molto dura che Hydro rispetta ma che valuta molto diversamente: «Non c’è nessuna ostilità di Hydro nei confronti delle istituzioni locali», sottolinea Luca Bertola.
«Tra l’altro», aggiunge il direttore di stabilimento Spinelli, «Hydro ha tra i suoi obiettivi, ovunque operi nel mondo, quello di inserirsi nel tessuto sociale del luogo dove opera ed essere parte della comunità».
«Avessimo voluto il muro contro muro», riprende Bertola, «ci saremmo opposti a tutte e sette le prescrizioni. Invece sei le abbiamo accettate e stiamo già lavorando per rispettarle, mentre la settima, quella relativa al monitoraggio in continuo di diossine e benzo(a)pirene rappresenta un doppio ostacolo, prima di tutto perché non esiste attualmente una tecnologia che permetta questo tipo di controlli e poi perché le altre aziende non devono sottostare a una prescrizione così stringente. E non credo che a Bolzano o in Friuli abbiano una minore sensibilità ambientale rispetto a Feltre. Tutto qui. Sottolineo che Hydro non ne fa una questione economica. Nella normale dialettica tra pubblico e privato se c’è una veduta diversa su un tema ci si affida a un ente terzo, in questo caso il Tar. Vedremo a chi darà ragione. Se darà ragione al Comune e alla Provincia, cercheremo una soluzione che al momento non c’è. Abbiamo anche proposto di aumentare la cadenza dei controlli da annuale a trimestrale, anche ogni due mesi, ma non è stata ritenuta soddisfacente».
CONTROLLI DIOSSINE
Attualmente i controlli si eseguono inserendo dei tamponi nel camino che raccolgono le emissioni di eventuali diossine e benzo(a)pirene. Poi i tamponi vengono recuperati e inviati per le analisi a un laboratorio di Bolzano accreditato ai massimi livelli. «Ecco perché attualmente è impossibile avere controlli in continuo», spiegano i dirigenti di Hydro.
IL PROGETTO
L’intervento di potenziamento della fonderia riguarda tutta la parte tecnologica: «L’investimento è di circa 800 mila euro cui vanno aggiunti 300 mila euro per rispettare sei delle sette prescrizioni previste dall’autorizzazione. In pratica», spiega il direttore dello stabilimento Spinelli, «non ci sarà nessun cantiere perché si lavorerà esclusivamente sulla tecnologia. L’obiettivo è ottimizzare i tempi di fusione del metallo passando dalle attuali 160 tonnellate al giorno (6 colate) a una capacità di fusione di 250 tonnellate al giorno (circa 10 colate). Tutta l’attività riguarderà il solo forno fusorio che verrà dotato di tutte le tecnologie di avanguardia. Si alzerà la temperatura di fusione con un quantitativo maggiore di ossigeno insuflato garantendo così un prodotto ancora più pulito».
LA PROCEDURA
Non appena scatterà il periodo invernale, ovvero il 21 dicembre 2019, prenderà il via la campagna di monitoraggio delle emissioni prima dell’intervento sul forno fusorio che dovranno essere confrontate con le emissioni post intervento. Una volta terminati i rilevamenti si passerà al potenziamento della fonderia. Il tutto, secondo il management Hydro, sarà completato entro la fine di gennaio 2020 e potrà subito entrare a regime.—
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