Hydro investe sulla fonderia «Ma l’inquinamento non salirà»
FELTRE. Un adeguamento tecnologico che farà aumentare la produzione della fonderia di circa il 50 per cento lasciando sostanzialmente inalterati i valori delle emissioni e dei consumi. L’unica cosa che cambierà sarà il viavai di Tir che faranno la spola tra lo stabilimento e i clienti. Ne sono previsti una media di sei in più ogni giorno. Hydro ha presentato alla città – sala Luciani di Palazzo Bianco di Confindustria peraltro semivuota – il progetto di sviluppo della propria fonderia che ora dovrà affrontare il lungo iter legato alla Valutazione d’impatto ambientale. L’investimento stimato per la multinazionale norvegese sfiora i 700 mila euro. «Non ci sono ricadute negative sul territorio in termini di emissioni e rumori», ha spiegato il management dell’azienda a partire dal direttore dello stabilimento Stefano Spinelli, che ha poi affidato ai tecnici Sergio De Cet, Giampiero Malvasi e Francesco Zuin il compito di illustrare i termini dell’intervento, centrato sull’adeguamento tecnologico «che a parità di ore permetterà di aumentare sensibilmente la produzione, migliorando la qualità dell’alluminio lavorato e riducendo gli scarti».
In pratica si passerà dalle attuali 160 tonnellate a 240/250 tonnellate lavorate giornalmente. Se tutto filerà liscio la risposta arriverà a fine novembre. Insomma, per i lavori se ne riparlerà in ogni caso nel 2019. A chiedere chiarimenti, soprattutto sul fronte degli inquinanti, è stato Davide De Martini Bonan, mentre l’assessore Valter Bonan, ha espresso la posizione del Comune di Feltre che è sostanzialmente di attesa, anche se il primo giudizio complessivo sull’operazione non è stato negativo.
Lo stabilimento di Feltre. Il direttore Stefano Spinelli ha introdotto la presentazione offrendo uno spaccato di ciò che si fa in quella che per la maggior parte dei feltrini resta l’ex Metallurgica: «Feltre dispone di due presse e una fonderia per una produzione annua di 20 mila tonnellate di estrusi alle quali vanno aggiunte 55 mila tonnellate di billette per un totale di 180 milioni di fatturato. I dipendenti di Feltre sono poco più di 150 all’interno della galassia Hydro che ne conta 35 mila nel mondo».
Emissioni e rumori. Gli ingegneri Malvasi e Zuin si alternano nelle spiegazioni: «Abbiamo utilizzato modelli matematici previsionali che si basano sia sulle analisi di autocontrollo, sia sui controlli eseguiti dall’Arpav e possiamo dire che prevediamo un influsso non rilevante sulla qualità dell’aria presente e futura. Il miglioramento tecnologico permetterà di aumentare la temperatura del forno, velocizzando la fusione e permettendo quindi di lavorare un maggiore quantitativo di alluminio nello stesso tempo. Saranno applicate le tecnologie più moderne attualmente disponibili cosicché non sono previsti aumenti nei consumi di energia e di metano che è il combustibile utilizzato. Tutte le modifiche avverranno all’interno dello stabilimento per cui non sono previsti aumenti dei rumori se non per l’aumento dei mezzi che verranno allo stabilimento per effettuare le spedizioni. Tutta l’acqua continuerà, compresa quella piovana, a transitare per l’impianto di depurazione prima di essere scaricata nel torrente Colmeda».
Cosa prevede il progetto. Sostanzialmente si basa su tre aspetti: la sostituzione del materiale refrattario con materiale di ultima generazione allo scopo di ottenere una migliore isolamento termico creando una efficace barriera termica tra il forno e la copertura esterna; installazione di un induttore elettromagnetico alla base del forno. La creazione di un campo elettromagnetico darà il via al mescolamento del metallo senza più dovere affidarsi al mescolamento meccanico. Il forno durante la lavorazione dunque resterà chiuso evitando che l’alluminio venga a contatto con l’aria diminuendo le scorie; entreranno in funzione delle lance per insuflando l’ossigeno miglioreranno la capacità dei bruciatori. Ora scatta il periodo a disposizione di chiunque per fare osservazioni sul merito del progetto.
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