I Bellenzier lasciano il Rifugio 7° Alpini: «Vita dura in quota»

I gestori chiudono con un anno d’anticipo la loro avventura. E il Cai cerca il sostituto per sei anni: affitto 8.200 euro annui

BELLUNO. Michele Bellenzier e sua moglie Marina, con due bambini in tenera età e con i costi della vita sempre più alti, non ce la fanno più a gestire il Rifugio 7° Alpini e il 20 settembre hanno chiuso anticipatamente (di un anno) il contratto d'affitto con il Cai. Il Club alpino ha pertanto avviato un bando per una nuova gestione. Si concluderà a fine gennaio. «Abbiamo già qualcuno che si è fatto avanti», fa sapere il presidente Alessandro Farinazzo.

Il 7° Alpini è stato aperto nel 1951 e dispone di una cinquantina di posti letto. Sorge in località Pilon, territorio comunale di Belluno, ai piedi delle pendici sud del Monte Schiara, a 1502, dentro un anfiteatro di pareti superbe. È il punto di partenza per sentieri e vie ferrate. Si tratta di un vero e proprio rifugio di montagna, raggiungibile solo a piedi o in elicottero. Ci vogliono due-tre ore di salita da Case Bortot, che è il sito più vicino. Il gestore di questi ultimi cinque anni, Michele appunto, riusciva a salire in jeep fino a un'ora e 25 minuti. Trasporti a spalla, dunque, a parte i più pesanti in teleferica.

Vita dura, al rifugio, perché quando il tempo è brutto non c'è nessuno di passaggio. Quando, al contrario, il cielo è terso e splende il sole, gli escursionisti si affacciano, ma stanno sulle dita di due mani. «In cinque anni, solo un sabato ho fatto il pieno», ricorda Bellenzier. È evidente che in queste condizioni i conti non tornano, se hai da sostentare una famiglia. Il 7° Alpini si trova lungo l'Alta Via n.1, quindi è frequentato da stranieri; pochissimi, invece, gli italiani. «Guarda caso, abbiamo accolto appassionati dell'escursionismo impegnati nella Monaco-Venezia a piedi».

Bellinzier era in affitto dal Cai. E il Cai si trova ora nella necessità di trovare presto un sostituto. In concessione darà il rifugio, la vicina capanna-bivacco Severino Lussato, il terreno (un bellissimo prato) e l'impianto fisso di teleferica di servizio costituita da unico troncone (completata e collaudata nel 2009). La durata della concessione è fissata in sei anni. Il canone annuo di affitto è stabilito in 8.200 euro.

«Io e mia moglie eravamo molto legati a questo rifugio perché quassù, sostanzialmente, sono nati i nostri due figli», raccontano Michele e Marina. «Il posto è straordinario. Come compagni di stagione abbiamo avuto i camosci e le volpi, ma talvolta dall'alto ci hanno osservato anche le aquile. Ci troviamo all'interno del Parco e da questo punto di vista, se dobbiamo essere sinceri, non abbiamo ricevuto tutto il supporto che speravamo».

Tutto lassù è difficile. Il rifugio più vicino è il Bianchet, ma a cinque ore di cammino, affrontando alcune ferrate. A sette ore c'è il Pian delle Fontane, ma anche in questo caso bisogna salire lungo le ferrate. L'isolamento, dunque, è una condizioni che provoca disagio. Il paesaggio, tuttavia, ricompensa. Il 7° Alpini, tra l'altro, è l'unico rifugio del Comune di Belluno.

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