I bellunesi: «Facciamo la spiaggia sul Piave»

In poche ore 500 persone sottoscrivono la petizione, compreso Gamba
Costanzo davanti al manifesto che spiega come saranno la spiaggia e l’area ricreativa
Costanzo davanti al manifesto che spiega come saranno la spiaggia e l’area ricreativa
BELLUNO.
Una raccolta firme e una petizione per realizzare la spiaggia sul Piave.

Ieri mattina nel gazebo allestito all'uscita delle scale mobili, in piazza Duomo, un via vai continuo di persone ha dato il suo bene placet all'iniziativa proposta dal Patto per Belluno e da un gruppo di cittadini per spingere l'amministrazione a realizzare un'area ricreativa lungo la riva destra del Piave, a Lambioi.

In quattro ore sono state raccolte circa 500 firme, tra cui quella dell'assessore all'urbanistica Paolo Gamba. Ai bellunesi, insomma, l'idea di riappropiarsi del fiume che scorre attraverso la città e di viverlo come già accade in diverse cittadine fluviali d'Europa, piace. Il progetto, presentato da Pippo Costanzo, Celeste Balcon, Piero Balzan e Luigi Iannotta è ambizioso: si pensa a un'area per lo sport (calcetto e pallavolo), una spiaggia di sabbia, un'area per le tende, un piccolo chiosco, una zona per rilassarsi all'ombra delle piante, una piccola piscina scoperta. Il tutto lontano dai rumori delle automobili, che non potrebbero più accedere al fiume lungo la strada che scende da viale dei Dendrofori: «Nel nostro progetto c'è una sbarra che chiude l'accesso, perchè vogliamo che la gente arrivi al fiume a piedi», spiega Costanzo. Per arrivare sulle rive del Piave si potrà anche utilizzare un passaggio ad hoc, creato all'altezza del parco Emilio: si parla di un sovrappasso o un sottopasso. «Le macchine si possono parcheggiare a Lambioi», precisa Costanzo. L'area interessata dal progetto è di circa 19 mila metri quadri. Non proprio bazzecole. Nonostante le dimensioni, però, secondo Costanzo basterebbero «60-70 mila euro per realizzare il progetto. Avevo anche chiesto al Comune che mi desse la possibilità di farla io, ma poi mi sono scontrato con tutte le richieste che bisogna effettuare». Solo a leggere la lista degli enti che devono concedere le autorizzazioni, insomma, passa la voglia. Così dovrebbe essere il Comune a dar corso al progetto, che permetterebbe ai bellunesi di «avere un'occasione per rilassarsi senza andare per forza a Jesolo. Con la crisi, poi, costa spostarsi», conclude Costanzo.

Il gruppo di promotori è bellicoso: «Non ci fermeremo, stavolta andremo fino in fondo», dice Celeste Balcon, capogruppo del Patto per Belluno.

«E voglio vedere chi ci dirà di no. E' un progetto per i cittadini, e noi siamo sempre dalla loro parte». I quali, manco a dirlo, appoggiano l'idea in toto: «Con un qualcosa di strutturato l'area sarebbe tenuta anche più in ordine, perchè oggi è sempre sporca», spiega Milena Dalla Piazza.

Anche le famiglie concordano: «Spostarsi costa e ci vuole tempo», dicono Andrea e Lenka Longo. «Avere qualcosa di organizzato, vicino casa, sarebbe molto bello».

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