I bellunesi sono i più «affezionati» al Comune
In città uno ogni 16 ha devoluto il 5 per mille ai servizi sociali. A Mel il record
BELLUNO.
I bellunesi sono ancora «affezionati» al proprio Comune. A dimostrarlo sono i dati resi noti dall’Agenzia delle Entrate relativi al cinque per mille, che nelle contribuzioni dell’anno scorso era possibile riservare ai servizi sociali del comune di residenza. Per la prima volta, infatti, i cittadini potevano decidere di devolvere la duecentesima parte delle proprie tasse sui redditi a sostegno delle azioni del welfare messe in atto dagli enti locali. A Belluno, le persone che hanno deciso di devolvere il proprio cinque per mille a palazzo Rosso sono state 2.163 su oltre 35 mila abitanti, il che significa un bellunese ogni 16 circa. Una percentuale buona, che non è però la migliore tra tutte le amministrazioni comunali del territorio montano.
La legge finanziaria 2006 aveva recepito una proposta dell’Anci in cui, al comma 337, prevedeva che i cittadini potessero devolvere parte delle tasse sui redditi proprio al comune di residenza. Si trattava, nelle intenzioni dell’Anci e del legislatore, di un’opportunità per mantenere sul territorio di provenienza parte dell’imposta generata, altrimenti destinata alle funzioni generali dello Stato.
E se a Belluno uno su 16 ha dato il suo 5 per mille a palazzo Rosso, a Feltre la percentuale è maggiore, un’opzione ogni 11 (cioè 1840); a Longarone, invece, a devolvere il 5 per mille sono stati 579 cittadini, circa uno ogni sette. Ma il dato più importante è quello di Mel, dove sono stati ben 1246 i residenti, su oltre 6000, ad aver dato la duecentesima parte delle tasse sul reddito al loro sindaco, il che equivale a uno ogni 5 circa. Bene è andata anche per Seren del Grappa, dove si è registrata un’opzione ogni cinque e lo stesso anche a Trichiana. A Voltago Agordino 236 cittadini (su quasi mille abitanti) hanno devoluto parte delle tasse al comune.
Di fronte a questi dati non poteva che essere contento il primo cittadino zumellese, Ruggero Dalle Sasse. «Il risultato non può che rendermi soddisfatto, vista la sensibilità dimostrata dai cittadini. Come amministrazione comunale avevamo inviato lo scorso anno una lettera alle famiglie annunciando questa opportunità. La disponibilità da parte dei cittadini andrà su un’attività sociale che, ahimè, rileva molti casi di necessità».
Ma alla soddisfazione iniziale, Dalle Sasse aggiunge il suo dispiacere per l’abolizione del cinque per mille al comune con le contribuzioni 2007. «E’ stata un’occasione persa. Mi va bene che il 5 per mille sia destinato alle associazioni di ricerca, però di fronte ai sempre minori trasferimenti da parte dello Stato agli enti locali, anche questa entrata avrebbe rappresentato un’opportunità per sostenere vari progetti».
Soddisfatta anche l’assessore ai servizi sociali zumellese, Caterina Mira. «I cittadini hanno capito che c’è molto da fare nel sociale e i fondi a disposizione sono risicati. Visto il buon risultato, verificheremo a quanto realmente corrisponde in termini finanziari questa cifra, poi decideremo la priorità degli interventi negli ambiti dei minori, dei giovani, delle famiglie».
Per i primi cittadini, secondo quanto sostenuto dall’Anci, la possibilità di devolvere il cinque per mille ai comuni, era un’ottima occasione per attuare i principi di federalismo fiscale e di sussidiareità introdotti dalla riforma del titolo V della Costituzione.
Tra i capoluoghi veneti, i cittadini più indifferenti sono stati quelli di Padova (una dichiarazione ogni 43), seguiti da quelli di Venezia (una ogni 40) e da Treviso (una ogni 35).
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