I benzinai rischiano un tracollo: «C’è chi vende 15 litri al giorno»
BELLUNO
Un pieno di problemi. Nessuno per strada e il prezzo del petrolio in picchiata. Le aree di servizio sono sempre rimaste aperte, come minimo in modalità self service, ma i gestori stanno sopportando una crisi, che per molti rischia di diventare irreversibile. Fino a domenica il traffico era poco meno che inesistente e soltanto da lunedì ci può essere stata una botta di vita, con il ritorno al lavoro di milioni di italiani.
In provincia, il quadro è pesante, come peraltro nel resto della penisola. «Eravamo già in grosse difficoltà e il Coronavirus le ha ulteriormente aggravate», sottolinea Carlo Buratto, responsabile dei benzinai dell’Ascom, «bisognerà vedere quello che succederà, quando questa emergenza sanitaria sarà finita e potremo tornare alla normalità. Senz’altro le tinte sono fosche per la nostra categoria e più di qualcuno sarà costretto a chiudere l’impianto. Non c’è scampo».
Non sono molti i gestori, pochi quelli che possono permettersi di avere dei dipendenti e i guadagni si rivelano sempre più bassi: «La maggioranza delle pompe sono gestire dalle compagnie petrolifere e, nel territorio provinciale, i gestori sono solo il 30 per cento. Il margine di guadagno è fra i 30 e i 35 millesimi al litro di carburante, dunque pochissimo. Ora il prezzo del gasolio è di poco superiore a 1,2 euro al litro e non dimentichiamo che un euro secco se ne va tra tasse e accise. Diciamo pure che siamo ridotti alla semplice sopravvivenza».
La concorrenza è sempre tanta, soprattutto da parte delle pompe che non si rifanno alle grandi multinazionali, ma per ripartire di saldi non se ne possono fare: «Non siamo nelle condizioni di poter proporre sconti, anche perché magari il petrolio l’abbiamo pagato a un prezzo superiore e il guadagno diventerebbe ancora più misero. Meno male che qualcuno ha almeno l’autolavaggio».
Un caso limite è quello di un distributore sulla statale di Alemagna: «Nell’intera giornata di domenica, ha venduto 15 litri di carburante. Quasi niente». —
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