I cacciatori: «Gli animalisti non sono invitati nelle scuole»

Il presidente provinciale Sandro Pelli replica alle accuse: «Dirigenti e insegnanti apprezzano la nostra serietà. Non parliamo mai di caccia, ma dei segreti della natura»

BELLUNO. «Non capiamo perché si voglia per forza creare una situazione di tensione continua senza un vero motivo. A noi non interessa avere l'ultima parola, ma non ci va di continuare a leggere sui giornali certe parole non veritiere e a volte offensive».

Ai cacciatori bellunesi non vanno giù le critiche di alcune persone vicine ad associazioni animaliste, che chiedono lo stop immediato alle lezioni tenute dagli stessi cacciatori nelle scuole. Così, per voce del presidente provinciale Sandro Pelli, è pronta la replica. «Rispondiamo adesso e basta, di avere l'ultima parola non ci interessa nulla. Fatichiamo a comprendere perché ci sia questa continua ricerca dello scontro che, da parte nostra, evitiamo anche per una certa maturità. Sono ormai trent'anni che entriamo nelle scuole, proprio perché si ritiene che la nostra sia un'attività di educazione ambientale positiva per i ragazzi. Tra l'altro, noi non insegnamo nulla, perché quello è compito delle insegnanti. Semplicemente portiamo delle conoscenze e, soprattutto, non parliamo mai di caccia».

«Quando andiamo nelle scuole», prosegue la disamina di Pelli, «abbiamo sempre la presenza di un medico che parla dei rischi legati alle zecche e ai morsi di serpente. Dopo di che proiettiamo un filmato legato alla natura, propedeutico all'uscita programmata in una seconda giornata. Solitamente si tratta di un percorso in cui si portano i ragazzi a riconoscere le impronte, le tane degli animali e i nidi. Ci sarà un motivo se le scuole, i sindaci, i genitori stessi continuano a chiamarci. Apprezzano la nostra serietà, il nostro approccio che non tocca mai il tema della cacciagione».

Respinta anche l'accusa di non voler avvalersi di altre figure naturalistiche. «Come mai con noi in varie occasioni prendono la parola esperti di ornitologia e naturalisti? Se qualcun altro invece si vede respingere le proprie richieste di entrare nelle classi, è meglio che si faccia delle domande. Piuttosto, chi si lamenta di non essere mai coinvolto, perché non collabora mai quando ci occupiamo della manutenzione ambientale, del ripristino dei sentieri? È ora di parlare un po' meno e agire un po' di più. Facciamo fatica a capire perché sia dato così ampio spazio da un numero ristrettissimo di persone che pensa di avere la verità in mano, ma in realtà non vuole far altro che ghettizzare chi esercita una passione legittima».

Un commento anche sulla polemica innescata dalla presenza di bambini, a volto scoperto, sulla nota rivista “Caccia 2000”. «Se la foto è stata messa lì è perché chiaro che abbiamo avuto i permessi necessari».

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