I carabinieri al Maserot per eseguire nuovi rilievi
SANTA GIUSTINA. Nuovi rilievi, ieri mattina, da parte dei carabinieri nell’impianto del Maserot di Santa Giustina. Dopo il sabotaggio avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorsi, le indagini sono ancora in alto mare e i militari hanno cercato nuovi indizi utili ad individuare i responsabili del gesto. I carabinieri, che erano stati al Maserot anche sabato mattina scoprendo il punto di ingresso sul lato ovest, quello verso Santa Giustina, ieri sono tornati per rilevare eventuali impronte e qualsiasi altro elemento utile alle indagini. Il materiale a disposizione, però, è scarso e sembra che serviranno a poco anche le immagini riprese dalle 19 telecamere di videosorveglianza interne allo stabilimento, telecamere che coprono tutta la superficie del Maserot tranne pochissimi punti, proprio quelli sfruttati dai sabotatori per agire.
In questo senso gli investigatori possono andare per esclusione, perché è chiaro che chi ha agito sapeva già dove era meglio non passare per evitare di farsi riprendere. Inoltre i responsabili del sabotaggio sapevano perfettamente cosa fare, come farlo e quali strumenti erano necessari per svitare il tappo del tubo di uscita del materiale lavorato dal biodigestore. È ormai chiaro che ad evitare la fuoriuscita nell’ambiente di 1.300 metri cubi di digestato è stato un piccolo guasto, cioè la formazione di un “tappo” interno che ha ostruito il tubo di scarico impedendo lo sversamento. Il sistema di controllo automatico del biodigestore, infatti, avrebbe attivato un sistema di allertamento che avrebbe raggiunto, anche in piena notte, il presidente di Dolomiti Ambiente.
Nelle prossime ore il coordinamento delle indagini dovrebbe essere raccolto dalla Procura della Repubblica, che fino a ieri a mezzogiorno non era ancora stata informata del sabotaggio dai carabinieri di Feltre dai quali dipendono quelli di Santa Giustina che hanno raccolto la denuncia ed effettuato i primi rilievi.
Sempre ieri mattina il presidente Luciano Gestiot è stato anche a Palazzo Piloni per spiegare ai tecnici della Provincia quanto successo e oggi dovrebbe essere la volta della parte politica dell’ente, la presidente Daniela Larese Filon e il consigliere delegato ai rifiuti Stefano Deon che potrebbero anche fare un sopralluogo al Maserot per vedere con i loro occhi qual è la situazione.
In realtà il danno è limitato a poche centinaia di euro, ma è chiaro che la preoccupazione è altissima e d’ora in poi il lavoro di Dolomiti Ambiente sarà molto meno sereno. Se il sabotaggio fosse riuscito, intatti, la società avrebbe rischiato di veder compromesso per sempre il proprio lavoro.
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