I cinque indagati in procura

PIEVE DI CADORE. Mezzogiorno di fuoco, verrebbe da dire. È fissato all’ora di pranzo l’incidente probatorio per l’incendio con esplosione della pizzeria “Mordi e fuggi”, a Pieve di Cadore. Un...
PIEVE DI CADORE. Mezzogiorno di fuoco, verrebbe da dire. È fissato all’ora di pranzo l’incidente probatorio per l’incendio con esplosione della pizzeria “Mordi e fuggi”, a Pieve di Cadore. Un passaggio necessario verso la chiusura delle indagini per le ipotesi di reato di danneggiamento fraudolento di beni assicurati, incendio doloso aggravato e, in un caso, calunnia aggravata. Prima di chiedere il rinvio a giudizio dei cinque indagati (Fabio Laritonda, Pasquale Ferraro, Alessandro Piccin, Giuseppe Lauro e Luigi Zanettin), il sostituto procuratore Paolo Sartorello li ha convocati tutti in procura della Repubblica e si concentrerà soprattutto sull’interrogatorio di Laritonda.


L’uomo è in arrivo da Brindisi, dove sta scontando i domiciliari in famiglia, atteso dai difensori Mauro Gasperin e Monica Barzon. È l’unico ad aver confessato, in prima battuta intestandosi tutte le responsabilità dell’attentato di quella notte. E anche il solo ad aver collaborato con la magistratura, indicando il presunto mandante nel gestore del locale di via XX Settembre, Alessandro Piccin. Mentre il nome di Luigi Zanettin sarebbe uscito nel corso delle indagini e non dalla bocca di Laritonda. È sospettato di essere il tramite tra Piccin e Laritonda, in ogni caso riveste un ruolo di secondo piano nella vicenda.


Piccin e Zanettin sono stati rimessi in libertà e hanno ripreso a lavorare, come il tassista Lauro, l’uomo che ha dato un passaggio a Laritonda sull’auto pubblica. L’altro che deve osservare misure cautelari è Ferraro, che ha l’obbligo di dimora e firma a Brindisi. Non è ancora in buone condizioni, dopo essere stato investito dall’esplosione. Gli avvocati sono Fioraso, Montino, Munerin e De Castello.
(g.s.)


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