I cittadini di Gosaldo: «Tenetevi i soldi ma lasciate aperta la strada del Mis»

Il sindaco rassicura: «Se volete così ne terremo conto». Critiche anche per il Parco Dolomiti
La platea a Gosaldo per la riunione Sotto il sindaco
La platea a Gosaldo per la riunione Sotto il sindaco
GOSALDO.
«La volontà della popolazione è di non toccare la strada del Mis e noi ne terremo conto». Il sindaco di Gosaldo, Giocondo Dalle Feste, tira le somme dopo il secondo incontro con la popolazione, svolto venerdì sera a Gosaldo, per discutere del problema della chiusura della provinciale della Val del Mis per permettere la costruzione della centralina idroelettrica sull'omonimo torrente da parte della Valsabbia.  Una chiusura da febbraio a metà giugno e da metà settembre alla fine di novembre 2011 che sembra non andare giù ai cittadini di Tiser e Gosaldo, i quali, pur di non toccare la strada, paiono proprio decisi a rinunciare alle entrate economiche che la centralina potrebbe garantire.  «Dalle due riunioni - spiega Dalle Feste - è emersa chiara una contrarietà alla chiusura della via e di conseguenza pure alla centralina. Ora stiamo ragionando sul da farsi anche perché oggi (ieri, ndr) sono arrivate delle novità per quanto riguarda il tribunale delle acque». Novità sulle quali però il sindaco non si sbottona, anche se fa capire che i risvolti verranno tenuti in considerazione assieme alle voci dei cittadini che hanno partecipato alle riunioni. Già, ma cosa pensa la gente circa una centralina che, come ha ricordato Dalle Feste, frutterebbe nelle casse comunali 96 mila euro?  «Quelli sono lavori che non si debbono nemmeno pensare di fare - ha detto Corrado Campedel - è come mettere una pala eolica sul campanile di San Marco. Se il Mis è in uno stato di magra lì non rimarrà più acqua. E poi, il Parco ha permesso la concessione a costruire dove non si può: come possiamo fidarci del Parco? Comunque attenti: i soldi non sono sicuri».  Parco e soldi, due aspetti molto dibattuti nell'assemblea alla quale hanno partecipato una quarantina di persone tra cui anche il consigliere provinciale del Pd, Renzo Crosato, il consigliere di minoranza di Sospirolo, Rudy Vallet, e Nico Paulon del Comitato Acqua Bene Comune. Sul Parco sibillina è stata la battuta dell'assessore Florestano Monestier: «Si parla tanto di allargamento dei confini del Parco, ma qui si restringe a favore della Valsabbia». Sui soldi, invece, i cittadini continuano a chiedersi perché il Comune di Gosaldo, sul cui suolo dovrebbe essere costruita la centralina, percepisca la stessa quota del Comune di Sospirolo. Forse, questa l'impressione, la cittadinanza sarebbe in fondo anche disposta ad accettare, con tutte le riserve, la centralina, ma la chiusura della strada proprio no.  «La centralina si faccia pure - ha infatti detto l'ex sindaco Giovanni Marcon - ma non si tocchi la strada». Una via che è però impossibile «visto che il Genio Civile - ha affermato Vallet - ha già bocciato l'ipotesi di fare la condotta in un tunnel».  «Inizialmente - ha spiegato Dalle Feste - la Valsabbia aveva parlato di apertura ad orari alterni e di notte, poi 15 giorni fa Veneto Strade ci ha comunicato che verrà chiusa completamente. Il mio timore è anche quello che con i lavori si possano causare altri problemi. Valsbabbia sistemerà tutto, d'accordo, ma con che tempi?».  È proprio il tempo l'elemento che pare emergere come decisivo in questa vicenda. Trenta lunghi anni è il tempo che i cittadini di Gosaldo e Tiser hanno aspettato prima di veder riaperta la Valle del Mis dopo il 4 novembre 1966, oggi non la vogliono più riveder chiusa, neanche in cambio di denaro.

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