I clienti disturbano e la barista finisce a processo
BELLUNO. Le voci disturbano il sonno. La musica era bassa. Il bar Sirena di piazza del Mercato è a processo per disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone: due sforamenti dei decibell in un mese. Ma di fronte a una sanzione di 1.300 euro, la socia più importante e unica imputata Jeannette De Bortoli ha incaricato un perito e fatto ricorso: il procedimento amministrativo non è ancora in fondo, mentre a quello penale manca la discussione.
Nell'udienza di ieri, da una parte i tecnici dell'Arpav incaricati dal Comune, sulla base della segnalazione di una vicina; dall'altra il perito Zago, nominato dalla barista. I primi hanno lavorato come sempre, mentre l'altro avrebbe fatto diversamente, visto com’è fatto il centro, da porta Dojona a piazza Duomo, passando per quella che è più conosciuta come piazza delle Erbe.
I due tecnici dell'Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale hanno spiegato come si sono mossi, tra il 21 agosto e il 20 settembre di due anni fa, dalle 22 alle 6. È stato sistemato un fonometro nell'appartamento sopra la pasticceria della segnalatrice, con una continuità sul terrazzino, perché era comodo e sicuro. Hanno dovuto aspettare la chiusura degli altri locali , per scoprire che la sorgente del disturbo era il Sirena: le voci dei clienti, perché la musica era di sottofondo.
Era diffusa da un televisore, in fondo al locale da 70 metri quadri. All’esterno, la terrazza coperta da otto tavoli e chiusa dopo una certa ora. Nella notte tra venerdì 19 e sabato 20 settembre, quella incriminata, non era prevista musica dal vivo e non c’era un disc jockey.
Sentite anche una socia di minoranza e una cliente all’epoca dei fatti, poi diventata dipendente: le due non si sono trovate d’accordo su una chiavetta che sarebbe servita a trasmettere musica, ma questo è solo un dettaglio. Quanto al protocollo con gli avventori, ci sono inviti a parlare piano, dopo una certa ora e anche dei cartelli, che indicano come soglia la mezzanotte.
Il perito Zago ha risposto al difensore Fogliato, partendo dalla certezza che il lavoro dell’Arpav è stato perfetto, ma lui non avrebbe operato allo stesso modo. Un conto è un gruppo di persone che parlano, in mezzo a un campo da calcio, un altro è se il teatro della conversazione è piazza delle Erbe. Ci sono palazzi dalle pareti riflettenti e file di portici, che possono fare da cassa di risonanza, senza dimenticare porta Dojona più a nord. E poi c’è gente che passa per la piazzetta, magari proveniente da altri locali chiusi: che responsabilità può avere il Sirena? Il terzo rappresentante dell’Arpav non ha chiarito molto al pm Gulli e al giudice Coppari, che pure gli ha fatto diverse domande, prima di rinviare al 15 settembre.
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