«I Comuni non abbassino la guardia»
CORTINA. «Il Piano Casa torni in consiglio regionale, ma i Comuni non devono abbassare la guardia». Si esprime così il vice sindaco ampezzano, Enrico Pompanin, all'indomani dell'incontro svoltosi al dipartimento degli Affari regionali, sul Piano Casa, tra i capi degli uffici legislativi del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, del ministero delle Infrastrutture e del ministero dell’Ambiente e il vicepresidente della Regione, Marino Zorzato, accompagnato dai tecnici regionali.
«Durante il vertice si è trovato un punto di equilibrio fra le esigenze regionali di sviluppo del territorio e le competenze comunali sulla tutela delle proprie zone», riferisce una nota di Palazzo Chigi. Lunedì Zorzato si era già recato a Roma, dopo che il Governo aveva deciso di impugnare parzialmente di fronte alla Corte Costituzionale il Piano Casa ter appena approvato dal consiglio regionale veneto. Dal'incontro di martedì, la Regione Veneto si è impegnata ad apportare alcune modifiche al terzo Piano Casa riconoscendo ai Comuni la possibilità, attraverso le procedure della variante semplificata dei piani urbanistici, di apporre limiti al nuovo Piano casa. Rimane quindi fermo l’ordinario potere urbanistico dei Comuni interessati dalle disposizioni del nuovo Piano Casa.
«Siamo di fronte ad una parziale retromarcia della Regione», spiega Pompanin, «che, per bocca del vice presidente Zorzato, recepisce le indicazioni del Governo e annuncia cambiamenti nel tanto discusso Piano casa ter. L'impianto della legge dovrà essere modificato, in particolar modo per quanto riguarda le rilocazioni dei volumi edilizi in lotti adiacenti e l'esclusione dei Comuni. Questo è sicuramente un segnale importante, che riafferma la potestà delle amministrazioni elette dai cittadini di decidere come e in che misura intervenire sui territori che questi ultimi abitano. L'impugnativa parziale del Consiglio dei ministri del Piano Casa regionale dà ragione ai territori, ribadendo che l'applicazione della normativa regionale è subordinata agli strumenti urbanistici delle singole amministrazioni e dai limiti che i consigli comunali hanno stabilito al suo recepimento. Cosa che il Comune di Cortina aveva già deciso di fare per proprio conto, sottoponendo al Consiglio comunale una delibera, che è stata approvata, che accoglieva le misure del Piano casa limitandone l'applicazione, e anche qui parzialmente, quasi esclusivamente alle prime case dei residenti, in modo da garantire i diritti di chi veramente abita e vive il territorio, lasciare spazio all'iniziativa privata di artigiani e professionisti senza, però, sacrificare l'integrità e la bellezza del nostro più grande patrimonio: il nostro paesaggio».
«Si tratta», conclude Pompanin, «di un primo, importante, passo. Ora l'impianto della legge regionale dovrà essere modificato e mi auguro torni presto a palazzo Ferro-Fini per una nuova approvazione. I Comuni, intanto, non devono abbassare la guardia, consci del loro ruolo: tutelare l'iniziativa privata nella misura in cui non nuoce o erode il patrimonio di tutti».
Alessandra Segafreddo
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