«I comuni non possono pagare le rette»

Casa di riposo, Anci e sindacato contro le sentenze dei Tar. Bellini (Spi Cgil): «Bisogna distinguere caso per caso»

BELLUNO. I Comuni non possono pagare le rette della casa di riposo. Anciveneto lo ha ribadito a Rubano, nel corso dell’ultima convocazione del proprio Direttivo. Fermo restando il supporto per le famiglie più svantaggiate, l’Anci regionale non può accettare la recente decisione del Tar che costringe il Comune di Verona a corrispondere le rette.

«E’ impensabile, sia per principio che per motivi di carattere economico, che le municipalità si sobbarchino una spesa tale», spiega il presidente dell’Associazione dei Comuni Veneti, Giorgio Dal Negro, richiamandosi all’articolo 2 della Costituzione italiana. «Siamo pronti perciò a collaborare con il Comune di Verona nelle iniziative che quest’ultimo intenderà assumere, attraverso il nostro avvocato Emanuele Mazzaro. Non escludiamo l’ipotesi di una costituzione in giudizio ad adiuvandum».

A parlare di sentenze “scorrette” del Tar sempre su questo tema, è anche Ludovico Bellini, segretario Spi Cgil. «Le sentenze sono scorrette perché non fanno distinzione tra un caso e l'altro e affiancano persone che non possono effettivamente pagare la retta perché sono in condizioni economiche realmente di ristrettezza e quelle benestanti i cui figli si sono fatti intestare gli averi così da non pagare nulla», precisa Bellini che aggiunge: « Ci sono criteri da rispettare per far intervenire il Comune, come l'Isee e anche il controllo delle proprietà, altrimenti si rischia che a pagare siano sempre gli stessi, mentre i benestanti si fanno pagare dagl ienti locali. E questo non è giusto. I Comuni, già oggi, vengono incontro a chi è in ristrettezze e non ha nessuno che possa pagare per lui. Per cui queste sentenze sono molto pericolose per l'uso che qualcuno vuole farne».

Bellini, inoltre sottolinea come d'altra parte le rette sono sensibilmente aumentate negli anni «a causa del fatto che dallo Stato e dalla Regione non vengono più riservate delle quote ad hoc. Da anni chiediamo il finanziamento del fondo per la non autosufficienza. Senza questo anche le case di riposo sono costrette ad aumentare le rette per rimanere dentro nei costi».

Ad oggi, in media, in provincia si spendono 1300-1500 euro al mese per la quota alberghiera. Ma per abbattere questi costi Bellini rilancia la rete delle case di riposo. «Fare rete significa», dice Bellini, «abbattere i costi: fare i bandi unici per i pannoloni piuttosto che per lo psicologo o per altre necessità della struttura, un po' come fanno le Usl per contenere le spesei. E poi per evitare gli aumenti è necessario che tutte le case di riposo abbiano i posti occupati».

Il segretario dello Spi Cgil evidenzia anche che le case di riposo sono destinate a diventare anche «case di sollievo, luoghi dove vengono curati all'uscita dall'ospedale i pazienti prima di rimandarli a casa. Ma sulla nuova riorganizzazione delle strutture sul territorio bisogna ragionarci già ora», conclude il segretario dello Spi.

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