«I Comuni si aspettano molto»
BELLUNO. Residenti e negozianti di via Garibaldi sono esasperati. Il nubifragio che lunedì ha colpito la Valbelluna ha visto la via del centro città trasformarsi in un vero e proprio torrente.
Nel pomeriggio al Panificio Rudy si è dovuto lavorare un’ora e mezza per togliere l’acqua. «Fortunatamente al primo acquazzone delle 13.30 ci siamo subito recati in negozio per evitare il peggio», spiega il titolare. «Abbiamo poi posizionato la paratia anti allagamento. Sta di fatto che ormai è la quarta o quinta volta che si verificano situazioni del genere: via Garibaldi, soprattutto nella parte iniziale venendo dalla piazza, è fatta a imbuto e raccoglie la massa d’acqua che arriva da entrambe le direzioni».
Nei negozi e nelle case non entra solo acqua, ma anche fango e sporcizia che escono dai tombini: «La manutenzione risolverebbe in parte il problema», commenta Valentino Lunardi, proprietario dello stabile dove ha sede il Panificio, «ma i tombini non vengono mai puliti. E molto probabilmente, a suo tempo, non sono stati realizzati in modo corretto».
Insomma, in via Garibaldi sono stufi. «Ormai è una cosa sistematica, basta che piova con una certa intensità e si allaga tutto. A volte sembra di essere a Venezia, solo che là tutti sono organizzati, qui ognuno si arrangia come può», sottolinea Thomas Tormen del Thomas Bar. «Per fortuna l’acqua non ha superato la piccola pedana che ho all’ingresso, altrimenti altri danni come a luglio, quando ho avuto il bar allagato».
Tre i tombini in particolare che danno problemi. «Quando c’è molta pioggia si intasano subito e cominciano a soffiare acqua», aggiunge Tormeni. «Come residenti e negozianti abbiamo segnalato la situazione da tempo, qualcuno ha inviato lettere al Comune, ma nessuna risposta. E la manutenzione è scarsa. Il problema si è manifestato le prime volte dopo il rifacimento della via, ma negli ultimi anni è peggiorato».
Al civico 41, vicino al Panificio, si è provveduto a costruire un muretto all’ingresso. «Quattro anni fa», precisa Gianluigi Secco, storico membro dei Belumat, «altrimenti ogni volta si presentava il problema di allagamenti». «Dovrebbe essere il sindaco a passare in questa via a chiederci com’è la situazione», dice Fabio Zortea, titolare di Studio 54. «Dal 1978 e non ho mai visto un primo cittadino venire qui».
I problemi sono grossi anche per chi abita al civico 45. Dal portone di legno partono delle scale per accedere alle case. Scale che, con i nubifragi, diventano vere e proprie cascate. «Non è possibile andare avanti così», sbotta la signora Ornella Cantagalli, «lunedì, dopo l’evento, ci siamo chiesti se sia giusto o no aver pagato la Tasi. Noi residenti ci siamo attrezzati con delle paratie. Ma anche lunedì dalle scalette l’acqua si è infilata dalla finestra del bagno. Nel 2012 ho avuto anche danni economici grossi».
La situazione non è migliore in via Lungardo, proprio alla base delle scalette di Borgo Prà, dal civico 6 al 12. Lunedì le palizzate non sono state sufficienti a fermare l’acqua. «Nel 1961 il piano stradale è stato alzato e noi ci troviamo più in basso. Qui confluisce tutta la massa che arriva dalle vie Garibaldi, Simon da Cusighe e San Biagio», evidenziano Alessandro Masocco, titolare della ditta “Il mattone”, e Antonio Pellegrinet, dell’omonimo ufficio di perito edile (che a breve si trasferirà proprio per il problema allagamenti, ndr). «Quando piove in modo forte la griglia di raccolta d’acqua non si vede nemmeno. Gli allagamenti si sono verificati troppe volte, con danni a impianto elettrico, mobili, intonaco, documenti».
Tante le segnalazioni che si sono susseguite negli anni al Comune. «Non è possibile andare avanti così. Stiamo anche pensando di andare da un legale e avviare pratiche per chiedere un risarcimento».
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