«I dehors sono indispensabili»

I gestori dei locali spiegano perché chiedono terrazze chiuse e riscaldate
Di Martina Reolon

BELLUNO. Strutture fisse in centro storico? La Soprintendenza le considera volumetria che deroga dalla programmazione e non ne permette l’installazione. Ma gli esercenti, pur non sottovalutando la questione costi, pensano invece che sarebbero molto utili e che potrebbero rappresentare una marcia in più per l’attività dei locali. Attività influenzata, come si può immaginare, dalle condizioni meteo.

«Avere delle terrazze chiuse e riscaldate nei mesi invernali sarebbe l’ideale», commenta Rudy Case della caffetteria Goppion. «I locali più piccoli avrebbero la possibilità di lavorare di più e quelli con maggiore volumetria di consolidare il fatturato estivo. Nel mio caso specifico, d’inverno ho 12 coperti, d’estate tra i 60 e i 70. E la differenza si sente».

«Certo, gli investimenti da parte dei gestori dei locali sarebbero onerosi», continua, «ma sull’opportunità delle strutture fisse è giusto riflettere. Non dimentichiamo poi che i plateatici attualmente installati e coperti con tende e ombrelloni vengono pagati dagli esercenti tutto l’anno, anche se di fatto vengono utilizzati solo nei mesi estivi. Bisognerebbe fare quindi un ragionamento sui costi».

Ma il problema non è solo il freddo d’inverno. A complicare la vita degli esercenti del centro storico, che da anni chiedono al Comune di trovare una soluzione per la sistemazione dei dehors, c’è anche la pioggia. Che pure d’estate non manca. «Personalmente ho provveduto a “chiudere” l’area esterna e penso di installare una tenda che permetta di proteggere di più tavolini e sedie», fa presente Alessandra Rizzardini della gelateria La Delizia.

«Del resto, nel locale abbiamo pochi posti all’interno e dobbiamo sfruttare al massimo gli spazi esterni. Cerchiamo di fare quello che si può. E d’inverno “sopravvivo” alla meno peggio. Mi sono informata e strutture chiuse fisse costerebbero sui 20 mila euro. Quindi un gestore, prima di procedere in tal senso, ci pensa bene. Detto questo, se si dovesse andare a realizzare qualcosa di fisso bisognerebbe pensare a un progetto per dei plateatici tra loro abbastanza uniformi».

E, del resto, anche ombrelloni e tende trasparenti hanno per i gestori un costo. «Chi di competenza dovrebbe in qualche modo venirci incontro», prosegue la Rizzardini, «capendo che, se facciamo delle richieste, non è per il nostro tornaconto, ma per il bene della città e per il turismo».

Il sindaco Jacopo Massaro e l’assessore Franco Frison, in un’intervista di due giorni fa, hanno sottolineato che l’amministrazione sarebbe favorevole a permettere ai locali di avere strutture fisse per l’inverno. Ma è la Soprintendenza, appunto, a dire no. Il Comune sta cercando di trovare una soluzione, ma non sembra semplice.

«Avendo pochi posti all’interno, d’inverno non riusciamo a lavorare», dice Marcela Hoxha del Bristot di piazza Martiri. «Come Procaffé Spa era stata fatta domanda a Venezia per realizzare qualcosa di coperto e chiudibile all’esterno, ma la richiesta è stata negata. Ed è un peccato. Tra l’altro, sarebbe bello pensare a delle soluzioni che rendano più gradevole, dal punto di vista estetico, l’aspetto esterno dei locali». Monica Martini della Bottega del caffè Dersut è soddisfatta per il traguardo raggiunto lo scorso anno, quando ha potuto realizzare, dopo una lunga attesa, l’area per posizionare tavolini all’esterno. «Al momento ci arrangiamo con ampi ombrelloni», precisa. «Quando è brutto tempo si lavora solo all’interno. Mi rendo conto che chi ha spazi piccoli interni abbia la necessità di pensare a delle soluzioni per l’esterno, per riuscire a lavorare tutto l’anno».

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