I droni volano sulla frana per missioni millimetriche

Chies d’Alpago. Geologi e tecnici delle ditte specializzate hanno testato robot anche a energia solare. Ispezionato un immobile per scopi di protezione civile

CHIES D'ALPAGO. Doppia missione di droni di ultima generazione ieri nei cieli dell'Alpago. Nella prima si è potuto assistere al decollo di un drone ad ala fissa alimentato a energia solare che ha sorvolato la frana del Tessina a Lamosano.

Uno dei limiti di questi preziosi strumenti di indagine finora era rappresentato infatti dalla scarsa autonomia di volo dovuta al sistema di alimentazione a batterie, sostituito sui nuovi modelli, in parte o del tutto, da un piccolo impianto a energia solare con pannelli fotovoltaici distribuiti sulle ali del drone. «Il volo a bassa quota viene eseguito con lo scopo di verificare la capacità di sorvolo secondo traiettorie livellate stabili, atte a riprendere in modo efficace le caratteristiche morfologiche e dinamiche della colata di fango», ha spiegato Mario Pizzolon, geologo e coordinatore del progetto delle due missioni in Alpago, «e nella successiva azione il drone è stato dotato inoltre di sensori di ripresa».

In questa seconda missione è stato impegnato un drone multirotore che ha ispezionato anche l'interno di un edificio, per simulare il controllo in sicurezza di un fabbricato interessato da un incendio o da una scossa sismica. Con Pizzolon, sull'enorme corpo di frana (la più grande d'Europa se vogliamo considerarlo un primato) erano presenti Andrea Beggio, ricercatore e progettista di droni a energia solare, Alberto Zito, titolare della Neutech, un'azienda che si occupa da parecchio tempo di tecnologie innovative applicate ai droni, e due "piloti" di queste sorprendenti macchine volanti.

Per verificare l'efficacia dei dispositivi a più lunga autonomia, sul luogo del loro decollo c'era anche Alex Barattin, responsabile del Soccorso Alpino di Belluno. L'attività di volo svolta ha due obiettivi di ricerca, come ha precisato Pizzolon: «Il primo, estremamente innovativo, quello di sperimentare un sistema nuovo di volo a bassa quota che permetta il monitoraggio del territorio per un periodo molto superiore rispetto a quello possibile con i droni tradizionali, continuando addirittura l'attività di volo in caso di riduzione dell'insolazione utilizzando batterie tampone. Il secondo è quello di perfezionare il metodo di ispezione in sicurezza, con un microdrone che, pilotato dall'esterno, trasmette al soccorritore e al decisore le immagini dello stato dei luoghi, in modo che sia possibile individuare le successive azioni di intervento. Si stanno studiando le procedure per rendere sicura questa tipologia di volo, denominata Fpv (First Person Vision) affinché possa venire adeguatamente normata e quindi utilizzata in sicurezza, visti i notevoli campi di applicazione». Nel giro di pochi anni, a normativa assestata e migliorata, ci si aspetta che questi droni di seconda generazione (rispetto a quelli nati nel 2007), siano ormai pronti per svolgere le loro missioni come strumento indispensabile per i professionisti che operano sul territorio, per la protezione civile e le forze di polizia. L'uscita di ieri rappresenta inoltre l'anteprima al convegno sulle numerose possibilià offerte dalle applicazioni di questi guardiani volanti in diversi settori. La tavola rotonda, alla quale parteciperanno esperti di ciascun settore, è in programma il 10 settembre a Chies per la XII Festa nazionale dei piccoli Comuni italiani organizzata dall'Anpci con il Comune di Chies.

 

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