I familiari di Ermes: «Il nostro grazie ai soccorritori»
TRICHIANA. C’erano proprio tutti a salutare per l’ultima volta Ermes Franzogna alla chiesa di Sant’Antonio Tortal. «Guarda Ermes, in tantissimi oggi sono qui per ricordarti, ognuno è venuto per condividere un pezzetto dell’enorme dolore della tua famiglia e per sostenerla in questo momento terribile», ha sottolineato il parroco introducendo l’omelia.
Tutta la comunità si è presentata all’appuntamento, riempiendo la piccola chiesa della frazione e gran parte del piazzale. Presente anche l’associazione di appassionati di van Nice One Club, della quale faceva parte anche Franzogna, che ha portato i mezzi davanti al sagrato in saluto all’amico scomparso. L’associazione nei giorni scorsi aveva attivato un conto corrente per aiutare la famiglia di Ermes.
L’improvvisa sparizione del quarantenne trichianese non aveva colpito solo la comunità locale nei giorni scorsi. Attraverso i social network, infatti, la famiglia aveva ricevuto messaggi di speranza e di conforto da ogni parte d’Italia. «Vorremmo ringraziare tutti per la loro vicinanza – ha spiegato il commovente messaggio dei famigliari letto durante la funzione – in particolar modo le forze dell’ordine e tutti i soccorritori che hanno lavorato instancabilmente e che ci hanno restituito il corpo di Ermes».
Messaggi di stima verso i volontari sono arrivati anche dal parroco che li ha definiti: «Gli occhi e le orecchie di Dio nella ricerca di una pecorella smarrita», mentre all’esterno della chiesa due cassette hanno raccolto delle offerte in favore degli uomini del soccorso alpino.
Grande l’incredulità generale e lo stupore tra la gente per la tragedia che ha portato via un uomo amato e apprezzato da tutta la comunità, scomparso improvvisamente lasciando la compagna e due bambini.
Franzogna si era allontanato da casa il 26 gennaio con la sua auto, scomparendo nel nulla. Due giorni dopo la macchina era stata ritrovata impantanata su una strada sterrata secondaria del San Boldo ma del quarantenne trichianese non si erano trovate tracce.
Solo dopo diversi giorni di ricerche rese difficili dalle condizioni atmosferiche e dalla conformazione del terreno, alle quali hanno partecipato decine di uomini del soccorso alpino, delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, della protezione civile, ma anche di cacciatori e semplici cittadini, il corpo senza vita di Ermes Franzogna era stato avvistato da alcuni uomini dell’Ana, che con il binocolo lo avevano notato in un canalone lungo la strada Caldella, che dal San Boldo scende fino a Tovena.
Un drammatico incidente, come aveva spiegato Alex Barattin del Cnsas Bellunese: «Dev’essere caduto cercando di tornare a casa a piedi dopo che l’auto si era impantanata. Forse era convinto di essere in una vallata e invece era in una più in là».
Fabrizio Ruffini
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