I gatti abbandonati trovano casa con l’associazione San Francesco

Cristina Gasparo guida l’associazione sfrattata dall’Usl e a caccia di fondi per il nuovo gattile 

la storia

Anche se non se ne sente parlare molto e l’ultimo post sulla pagina Facebook “Associazione San Francesco per la tutela degli animali” è di metà dicembre 2019, non significa che l’attività del gruppo si sia arrestata o che non ci sia l’urgenza di gestire quotidianamente l’emergenza felina e canina del Feltrino. Così anche senza avere una sede fissa, da quando l’Ulss ha ripreso possesso della colonia del Casonetto di Feltre, l’attività della quindicina di volontari dell’associazione presieduta da Cristina Gasparo continua nella riservatezza di case e cantine private, là dove sono stati portati gli animali dopo lo sfratto, in attesa di poter trovare i soldi che mancano per costruire un gattile sul terreno donato da una benefattrice.

Gasparo è un’animalista della prima ora: fondatrice della San Francesco nel 1995, da allora risponde sempre alle chiamate e si occupa di gestire recuperi, abbandoni, donazioni, sterilizzazioni e contenziosi. Nulla può fermare l’amore per gli animali, soprattutto i cuccioli, gli ammalati, i rifiutati. Questo ha portato nel corso degli anni: «Sempre più persone ad avvicinarsi alla nostra associazione, anche per periodi circoscritti senza diventare soci, per aiutarci a offrire un servizio h 24. Il territorio da coprire è sempre più vasto, andiamo dal basso Feltrino fino al Cadore ma spesso ci capita di sconfinare in Trentino, o nell’Alto Vicentino. L’impegno è gravoso e il tempo non è sempre sufficiente». Come i fondi, che servono a garantire sostentamento agli animali. Con il blocco a manifestazioni e banchetti però, nemmeno la San Francesco è riuscita a raccoglierne molti durante il 2020.

«La nostra è una situazione precaria che gestiamo a livello domestico, ma non possiamo andare avanti così per molto», anche perché tra poco ci sarà la stagione dei calori e con essa riprenderà, come purtroppo succede ogni anno, quella degli abbandoni. Fortuna che la pandemia da coronavirus sembra aver cambiato le abitudini: «Sono aumentate le adozioni, anche di animali adulti. Soltanto la settimana scorsa abbiamo affidato sei gatti», tutti rigorosamente sverminati, vaccinati, spulciati, sterilizzati e chippati. Sono molte le aspettative verso l’anno nuovo: «Speriamo di completare la nuova sede entro l’anno, intanto ci occupiamo della manutenzione ordinaria, quando il tempo lo permette».

I Comuni, per quanto collaborativi, non mettono soldi e finché non si potrà tornare nelle piazze si potrà solo contare su devoluzioni e passaparola. Un altro progetto pronto a ripartire è “Molly”, realizzato per due anni con la Squadra feltrina Cinofili da soccorso all’interno delle case di riposo di tutto il Feltrino, e anche oltre: «Portavamo cani e alle volte anche gatti a far visita agli ospiti delle Rsa. Ancora ci chiamano per chiederci quando torneremo», racconta Gasparo dispiaciuta, «speriamo di poter tornare a farlo presto, magari anche in luoghi nuovi, come il carcere di Baldenich». –



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