I genitori di Migotti scomparsi durante una visita in caserma

LONGARONE. «Alla famiglia Papa». Neppure i tre nomi, ma il ricordo cumulativo di un'intera famiglia. È con tremore che Renato Migotti alza la lapide del maresciallo dei carabinieri, Guido Papa, con...

LONGARONE. «Alla famiglia Papa». Neppure i tre nomi, ma il ricordo cumulativo di un'intera famiglia. È con tremore che Renato Migotti alza la lapide del maresciallo dei carabinieri, Guido Papa, con tanto di berretto dell'Arma. Accanto a lui la moglie e la figlia. È una tra le prime lapidi che troviamo accatastate nel magazzino del cimitero. «Quella sera, insieme al comandante della stazione, a sua moglie e alla figlia, morirono anche i miei genitori, che erano suoi ospiti. Immagino che mio padre Enrico, maresciallo della Forestale, fosse stato convocato in casa dei Papa, che avevano l'alloggio in caserma, per uno scambio confidenziale sulle indiscrezioni, anzi sugli allarmi che in quelle ore s'intrecciavano sulla possibile frana del monte Toc. Anche mio padre, infatti, aveva raccolto tante preoccupazioni». Il fango ha inghiottito la stazione, con i due marescialli, alcuni famigliari, il vice brigadiere Carmelo Miglietta e il carabiniere Giovanni Mayer, con la famiglia. E Migotti ha perso pure un fratello. (fdm)

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