I gestori sono senza vaccino, chiusura forzata per l’Osteria Pom Prussian di Sovramonte

Il presidente dell’associazione Guido Trento auspica una soluzione rapida. «Speriamo che qualche ristoratore della zona voglia rilevare il locale»
Roberto Curto

SOVRAMONTE. I gestori non sono vaccinati e l’Osteria Pom Prussian è chiusa. Una grana che l’associazione Albergo diffuso di Faller si è ritrovata a gestire controvoglia mentre fioccano le prenotazioni per la primavera e l’estate e c’è anche il disagio legato a quegli operai che proprio nella frazione stanno lavorando ai cantieri di ristrutturazione di alcune abitazioni e costretti a scendere fino a Fonzaso per un piatto caldo a pranzo.

L’osteria, con annesso bar e l’attigua reception, rappresenta il primo biglietto da visita non solo per i clienti dell’albergo diffuso, ma anche per chi viene semplicemente a visitare il borgo, senza dimenticare il ruolo sociale di ritrovo per i residenti. E poi ci sono i fondi confine che destineranno una somma cospicua per la sistemazione dell’ex scuola frazionale che ospita proprio la reception. La progettazione procede spedita e questo dovrebbe essere l’anno buono per vedere l’apertura del cantiere.

Guido Trento, presidente dell’associazione che raduna i proprietari che offrono gli attuali 26 posti letto sta cercando una soluzione prima di ritrovarsi con i vacanzieri in paese e il locale ancora chiuso: «Le prenotazioni fioccano e per certi periodi siamo già al tutto esaurito e questo è un elemento estremamente positivo», commenta Trento. «Ma la gestione dell’osteria è un problema che va risolto in tempi brevi.

La stagione turistica incalza ed è fondamentale garantire il servizio per le colazioni e il ristorante. Purtroppo ci siamo ritrovati questo problema che speravamo di non dovere affrontare. Tra l’altro ci spiace non poter dare il servizio del pranzo a quegli operai che stanno operando nei cantieri attivi in paese legati alla ristrutturazione di alcuni edifici che ci permetteranno di aumentare il numero di posti letto».

La coppia che quattro anni fa ha assunto la gestione del locale ha fatto la scelta di non vaccinarsi: «Una scelta che rispettiamo, ma quando è entrata a regime la disposizione che solo i vaccinati possono andare al lavoro non c’è stata alternativa.

È un vero peccato perché i gestori hanno sempre svolto egregiamente il loro lavoro. Questo era il loro ultimo anno da contratto e l’ideale sarebbe stato che fossero loro a portare a termine l’incarico. È vero che il 31 marzo termina lo stato di emergenza, ma non ci sono certezze sulle disposizione per i prossimi mesi. Anche i gestori hanno capito la situazione e sono disponibili a farsi da parte per lasciare spazio a un nuovo gestore».

Trento sottolinea le potenzialità del locale: «Il contratto non prevede affitto bensì il pagamento delle utenze di luce e riscaldamento. Il locale è praticamente a posto, sia per quel che riguarda la cucina, sia per la sala ristorante. Nel progetto dei fondi di confine è previsto l’ampliamento degli spazi in cucina e il raddoppio del servizi igienici, ma la struttura può funzionare benissimo così com’è».

Il presidente dell’Albergo diffuso traccia il profilo ideale del gestore: «Vorremmo che fosse una persona delle nostre zone per mantenere lo stile di una cucina legata alla montagna. Per chi ha voglia di mettersi in gioco l’opportunità è sicuramente buona e può essere l’occasione per guardare avanti e offrire una gestione che sappia legare innovazione e tradizione. Speriamo», conclude Guido Trento, «di individuare rapidamente uno o più candidati». —

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