I giovani fuggono all’estero per lavoro

L’anagrafe dei residenti al di fuori dell’Italia rileva oltre 46 mila iscritti ad inizio 2015, il dato è in crescita rispetto al passato

BELLUNO. Una valigia piena di speranze, tranne quella di tornare a casa. È quella dei giovani bellunesi che, negli ultimi anni, sono saliti in auto, su un treno o in aereo per cercare fortuna all’estero. Che sia la vicina Germania, il continente nordamericano o quello australiano, l’emigrazione torna a far parte del vissuto delle famiglie venete, come rivela l’ultimo rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes. Uno spaccato dell’Italia che non vive in Italia, dei bellunesi che non vivono in provincia di Belluno: sono 46.760, 989 in più rispetto all’ultima rilevazione.

La provincia montana si posiziona sul podio dei territori veneti con il più alto numero di iscritti Aire: il primo posto va a Treviso (oltre 103 mila residenti all’estero), seguita da Vicenza (69 mila) e Belluno. In Veneto gli iscritti Aire sono 351.412, il 6,9% del totale. La percentuale sale all’8% nel vicino Trentino-Alto Adige dove risultano 84.413 iscritti Aire. Il Bellunese conquista 7 posizioni su 25 nella graduatoria dei primi 25 Comuni veneti per numero di iscritti. Al primo posto Venezia e i capoluoghi di provincia, Belluno compresa, seguiti a stretto giro da Comuni di medie dimensioni della Marca e del Bellunese.

Nel capoluogo gli iscritti sono 5.139, a Feltre 3.017, a Longarone 2.232. Seguono Lamon (2.169, con un’incidenza Aire del 73.8% sulla popolazione residente), Fonzaso (2.121 iscritti, incidenza al 64.7%), Arsiè (2.087 iscritti e 86.4% di incidenza) e Sedico (dove i numeri si fermano a 1.984 e 19.7%). Ci sono Comuni dove queste percentuali superano il 100%: è il caso di tanti paesi del sud Italia o del Piemonte, dove il numero di iscritti Aire supera quello dei residenti Istat. Succede anche a Soverzene, che conta 683 residenti all’estero e 403 residenti Istat. Il rapporto è del 169.5%, in realtà come Castelnuovo di Conza (provincia di Salerno) questa percentuale schizza al 393.5%.

In molti casi si tratta di iscritti per nascita: nel Bellunese sono il 45% (una percentuale leggermente cresciuta rispetto al passato). Una popolazione che invecchia: da un anno all’altro scende la percentuale di minori (13.5% nel 2015) e sale quella degli ultrasessantacinquenni (20.6%). Rimane sostanzialmente stabile la fascia degli iscritti Aire in età da lavoro, nella fascia 18-64: sono il 65.8%.

«È in questa fascia che si concentrano i nuovi emigranti» spiega il sociologo Diego Cason, «persone specializzate che sperano di trovare lavoro all’estero. Mentre tutti si concentrano sull’immigrazione, siamo di fronte ad una nuova emigrazione». Lo rileva anche la Fondazione Migrantes, che spiega come i giovani, soprattutto nella fascia 18-34, partano in cerca di lavoro. Un viaggio che inizia prestissimo, fin dagli anni del liceo, questa volta per motivi di studio, e si conclude dopo la laurea per mancanza di opportunità in Italia. Ma a mancare è soprattutto la speranza. Secondo un’indagine Almalaurea il 42.2% degli intervistati giudica molto improbabile un rientro a breve termine. Solo l’11.1% lo giudica molto probabile.

Gli iscritti Aire non fanno riflettere solo dal punto di vista lavorativo. «È anche un problema di rappresentanza» spiega Cason, «perché sono cittadini che votano solo in occasione delle elezioni politiche e che spesso hanno in mente un paese virtuale». È il caso di tanti iscritti di seconda o terza generazione, perfettamente integrati nel tessuto sociale del paese dove vivono. «Il loro rapporto con l’Italia è più che altro affettivo» conclude il sociologo.

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