I giovanissimi disegnano il logo del rinato mulino di Rio Salere

Ponte nelle Alpi, il simbolo creato dalla piccola Lisa Da Rold verrà utilizzato su tutta la tabellonistica Le ricerche e le interviste realizzate dai ragazzi serviranno per promuovere la struttura e il territorio
PONTE NELLE ALPI. Un ulteriore passo avanti per far diventare il recuperato mulino di Rio Salere un sito per la promozione del territorio. Il sito, che è stato oggetto di un intervento di ristrutturazione eseguito dell’Unione montana bellunese, ha da ieri anche un logo. Un’immagine identificativa che rappresenterà ufficialmente il mulino in tutto il materiale promozionale e nella tabellonistica di accesso al luogo. E a realizzarla è stata una bambina di 8 anni, Lisa Da Rold. Il logo è stato scelto al termine del concorso che si è svolto ieri pomeriggio proprio a Pian de Vedoia.


“The Mill Bridge Contest”, questo il nome scelto per l’iniziativa, è stato organizzato dai ragazzi che prendono parte al progetto “AAA Offresi”. Un concorso aperto a tutti. E le adesioni sono state numerose: a ogni partecipante sono stati dati fogli e colori e il resto lo ha fatto la fantasia. Insieme al logo ufficiale, sono stati premiati con un ricordo anche i dieci migliori disegni. Ma quella di ieri non è stata l’unica attività organizzata dai giovani di AAA Offresi. Questi ultimi, infatti, coordinati dalla cooperativa La Esse, si stanno occupando da settimane di garantire l’apertura estiva del mulino stesso che, grazie appunto a ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni, ha ospitato attività didattiche e visite. Insieme ad AAA Offresi anche Build a Bridge, un gruppo di 10 giovani che ha pure messo in piedi una web radio.


«Nelle ultime tre settimane, sempre il venerdì, il mulino ha ospitato diverse attività, oltre a persone che hanno lavorato nel mulino e che hanno potuto portare testimonianze dell’attività di un tempo», fa presente Erika Curto, educatrice della cooperativa La Esse. «In particolare, Franco Orzes si è reso disponibile più volte per raccontare la storia del mulino».


Da non dimenticare che i ragazzi hanno portato avanti un lavoro di ricerca, realizzando anche interviste. Tutto il materiale è stato raccolto e andrà a far parte di un “pacchetto” che sarà composto anche da materiale promozionale e informativo da diffondere per far conoscere l’area. Resta poi ferma l’intenzione dell’amministrazione, che vorrebbe adibire l’ex mulino a esposizione permanente di macchinari e attrezzature che un tempo consentivano la macina dei cereali. Uno spazio museale a cielo aperto, per valorizzare un sito che è stato oggetto di un recupero a partire dal 2013, quando si è messa al lavoro l’Unione montana, a cui lo stabile è stato concesso in comodato gratuito per 99 anni dalla famiglia Collazuol.


L’opera, il cui importo complessivo è ammontato a 170 mila euro, aveva ottenuto un finanziamento da parte del Gal. La ristrutturazione dell’intero fabbricato si era conclusa nel 2014. Poi, due anni fa, il completamento dei lavori alla copertura della ruota del mulino.


Martina Reolon


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