I grandi accusati si difendono «Adesso basta con le polemiche»
BELLUNO. Colpa mia, colpa tua, colpa di nessuno. Il caso Bim Gsp non smette di far discutere. Dopo la conferenza stampa dell’ex presidente e oggi candidato sindaco a Belluno Franco Roccon, che aveva attaccato sindaci, partiti e qualche (ex) amico, arrivano le reazioni. C’è chi si smarca, come Giovanni Piccoli. Chi dice che Roccon non avesse mai fatto capire quanto fosse grave la situazione (Ennio Vigne). Chi, infine, difende il suo operato nella società, come fa Roger De Menech.
Il primo ad inviare una replica alle parole di Roccon è Giovanni Piccoli. Ai tempi era presidente del Consorzio Bim e sindaco di Sedico. «È un film che non corrisponde alla realtà», scrive, con l’obiettivo di «fare chiarezza a favore dei cittadini senza voler rinfocolare vecchie polemiche intorno al servizio idrico integrato che invece ha bisogno di assoluta serenità per perseguire il necessario equilibrio economico e finanziario in un momento in cui si sono nuovamente alzate le tariffe».
Piccoli ricorda che «l’unico soggetto che all’epoca dei fatti potesse decidere la tariffa era l'autorità d’ambito territoriale ottimale – oggi Autorità di Bacino - allora presieduta dal presidente della Provincia. Quando la situazione si presentò in tutta la sua urgenza e delicatezza, alcuni sindaci responsabili, di entrambe le parti politiche, cominciarono a trovare una soluzione condivisa, superando i ritardi accumulati nell’adeguamento delle tariffe. Il resto è un film che non corrisponde alla realtà. Posso capire il nervosismo di chi fa alcune dichiarazioni all’inizio di una campagna elettorale, ma così non si rende un servizio ai cittadini», conclude Piccoli.
Piccoli era stato accusato da Roccon di avergli «voltato le spalle». Lo stesso avrebbe fatto Ennio Vigne, ha detto sempre l’ex presidente. «Ho sempre avuto rapporti istituzionali corretti con Franco Roccon, non ho alcun tipo di debito nei suoi confronti», ribatte Vigne.
Il quale, sempre stando alle parole di Roccon, non era proprio molto favorevole all’aumento della tariffa dell’acqua, negli anni dal 2005 al 2011. «Sono stato nell’Ato dal momento della sua costituzione. È vero, erano arrivate delle formalizzazioni per quanto riguarda le tariffe, ma mai nessuno ci ha presentato la situazione come se fosse un’emergenza, altrimenti ci saremmo mossi in maniera diversa. Io per primo votai l’aumento dell’acqua del 30%: se fossi stato contrario, non avrei alzato la mano allora».
«Non c’è stata, e se si sostiene il contrario venga documentata, nessuna omissione da parte dell’Ato», conclude il sindaco di Santa Giustina. «Forse, se il problema fosse stato sottolineato in maniera più chiara, sarebbe stato risolto».
Roccon non aveva risparmiato neanche il Pd e Roger De Menech, che avrebbero lavorato per azzerare i vertici di Bim Gsp. De Menech, inoltre, all’epoca era sindaco e avrebbe costruito la sua carriera politica sul caso Gsp (dice sempre Roccon). «Quando sollevavo il problema, dentro Gsp, e quando votavamo contro i bilanci, eravamo in sei, sette, otto. Ma il presidente diceva sempre che andava tutto bene», replica De Menech, che non ha intenzione di fare polemica e lo precisa subito.
«Non credo che la mia carriera si basi su Gsp», aggiunge. «È stato fatto il nome di Vignato come uomo del Pd? Al di là delle sue simpatie politiche, penso basti guardare i numeri, come ha riorganizzato la società, in silenzio, per capire che la scelta di mettere un tecnico (scelta che sostenevo fin dall’inizio) era quella giusta. Dovevamo porre rimedio allo scontro fra Ato e Gsp, per questo ho sempre sostenuto che fosse fondamentale mettere un manager alla guida della società. Ora è chiaro che siamo a tre mesi dalle elezioni e Roccon ha bisogno di fare la sua campagna elettorale, ma io mi auguro che la parte tecnica di Gsp vada avanti bene e nessuno si avventuri in polemiche. Penso anche sia ora di smetterla con lo scaricabarile».
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