I lavoratori pronti a protestare

È ancora scontro alla ripresa del tavolo per parlare della mobilità

BELLUNO. Riprende dallo scontro e dallo sciopero la trattativa tra i sindacati di categoria, le Rsu e l’azienda Invensys per definire le modalità di uscita dal mondo del lavoro.

Ieri mattina, mentre una ventina di dipendenti hanno ripreso a lavorare (e altrettanti dovrebbero farlo in settimana), al tavolo della trattativa istituito nella sede di Confindustria, i vertici aziendali hanno fatto capire che non sono intenzionati a cercare un accordo migliorativo rispetto a quello rifiutato dai lavoratori qualche settimana fa.

Per questo motivo, ieri pomeriggio, al termine dell’assemblea sindacale, i lavoratori hanno deciso a maggioranza di mettere in sciopero alcune aree più significative dello stabilimento, praticamente quelle dove si è tornati a lavorare. Ma non è così semplice.

«La situazione è maledettamente complicata», ammette Valentino De Bona della Rsu. «Di fronte a questa chiusura, la soluzione non può che essere lo sciopero, ma non possiamo certo far portare il peso di questa croce a quei pochi che stanno lavorando. La scelta quindi è difficile».

E così alla fine, si è deciso di istituire una sorta di cassa di solidarietà a favore dei dipendenti che, essendo tornati al lavoro, scioperando ci rimetterebbero lo stipendio. Oggi, intanto, dalle 13.30 alle 14.30 ci sarà un’assemblea-sciopero in cui saranno sentiti i dipendenti rientrati in fabbrica per capire se intendono aderire a questa iniziativa. La situazione, quindi, non è semplice. Anzi, tutt’altro.

Intanto, nei prossimi giorni saranno quasi una cinquantina gli operai che torneranno nello stabilimento per ultimare alcune commesse. «Si riparte ancora da zero», commenta Bruno Deola, della Fim Cisl.

Le prossime date per il tavolo di concertazione sono fissate per il 17 e il 24 luglio. (p.d.a.)

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