I legali di Cetera puntano ai riti con sconto di pena

BELLUNO. I legali di Carlo Cetera, l’ex primario di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Pieve di Cadore, gli avvocati Emanuele Fragasso e Massimo Moretti, stanno valutando la possibilità di accedere al patteggiamento o al rito abbreviato. Riti alternativi al processo ordinario che prevedono lo sconto di un terzo della pena. È quanto è emerso nel corso dell’udienza preliminare, tenutasi ieri mattina, nell’aula al terzo piano del palazzo di giustizia di Belluno, davanti al gup Aldo Giancotti. S’è trattato di un’udienza prettamente tecnica nel corso della quale si sono costituite parte civile con gli avvocati Valentina ed Erminio Mazzucco e Barbara Bastianon alcune delle coppie “taglieggiate” dall’ex primario. Anche L’Usl 1 di Belluno s’è costituita parte civile contro Cetera per i danni d’immagine riportati in questa vicenda giudiziaria. I legali del co-imputato Luca Gianaroli, ex amministratore della Sismer, gli avvocati Antonella Rimondi e Claudia Bettiol, sarebbero invece intenzionati a sostenere l’innocenza del loro assistito in un pubblico dibattimento, anche se non è esclusa la richiesta di accesso ad un rito abbreviato condizionato dall’audizione di pochi testi.
Nel procedimento penale è stata chiamata in causa come responsabile civile anche la Sismer srl (con l’avvocato Giovanni Borgna del foro di Trieste), la società bolognese che fornisce biologi e tecnologie all’Usl 1 per i trattamenti di fecondazione assistita. Ogni decisione sarà presa alla prossima udienza preliminare fissata per il 4 aprile.
Ma ecco in dettaglio le quattro accuse rivolte all’ex primario: tentata concussione, concussione, interruzione di pubblico servizio e corruzione.
Il reato di tentata concussione si sarebbe concretizzato nell’ottobre del 2011 quando l’ex primario chiese la somma di duemila euro a due distinte coppie che volevano accedere alla pratica di procreazione assistita per accorciare la lista d’attesa. Un fatto che non avvenne in quanto le due coppie si rifiutarono di pagare.
La seconda accusa è quella di concussione per aver indotto una quindicina di coppie a versagli somme che variavano dai 1.500 ai 3.500 euro al fine di bypassare le liste d’attesa per accedere al servizio di procreazione assistita, il cui tempo medio era stimato tra i 18 ed i 24 mesi.
La terza accusa riguarda l’interruzione di pubblico servizio per aver inserito nelle liste d’attesa del servizio di procreazione assistita i nomi dei pazienti ai quali aveva concusso il denaro, turbando così il regolare servizio sanitario tra gli anni 2009 -2011.
Ultima accusa riguarda il reato di corruzione. In altre parole, secondo l’accusa, Cetera avrebbe ricevuto dall’allora amministratore della Sismer, Luca Gianaroli (imputato per lo stesso reato), tra il 2003 e il 2011, una cifra complessiva di circa 72.000 euro, che altro non sarebbe stata che tangenti camuffate da rimborsi per consulenze professionali in cambio di una buona parola all’Usl 1 spesa a favore della Sismer.
La Sismer è stata a sua volta chiamata in causa nel procedimento penale per non aver adottato modelli di organizzazione idonei a prevenire i reati di corruzione che sarebbero stati commessi da Gianaroli a favore dell’ex primario di Pieve di Cadore.
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