I lupi sbranano tre pecore incinte

Il branco alle porte di Vanie. «Erano due: hanno rotto il recinto e sono entrati. Qui ce li ritroviamo fra le case»

MEL. Ancora pecore sbranate dai lupi: è accaduto nella notte tra martedì e mercoledì nella zona di Vanie, poco sopra Villa di Villa. Colpiti i capi dell’azienda agricola a conduzione familiare di Silvia Mastel e dell’imprenditore edile Fabio Ferrighetto.

Tre pecore fattrici incinte di altrettanti agnellini: sono state sbranate da due lupi che proprio Ferrighetto ha visto fuggire l’altra notte davanti ai suoi occhi.

Lupi che girano ormai in mezzo alle case, nella zona della frazione: «A mia figlia ne è saltato uno sul cofano della macchina l’altra sera mentre tornava a casa: il lupo inseguiva dei cervi, ma lei si è spaventata. Ma non è l’unico caso di avvistamento: non più tardi del mese scorso, il 2 marzo, li avevo visti verso le 17 di sera, poi qualche giorno fa avevo trovato una capriola sbranata, sotto casa, nei prati».

«L’altra notte invece ho sentito i cani abbaiare», racconta Fabio Ferrighetto, cacciatore che ha quattro cani. «Erano allarmatissimi, così ho preso la macchina per andare fino alla proprietà e fare il giro del recinto. Ho visto i lupi andare via: erano due. E lì ho visto anche tre pecore morte ma alla fine, al mattino mi sono reso conto che in realtà erano sei perchè erano tre fattrici incinte di tre agnelli. Un’altra era stata sbranata due notti prima e ce ne eravamo accorti. Ho riconosciuto i lupi perchè li ho illuminati con la pila: li ho visti scappare».

Il gregge è di 14 pecore, ora tre pecore e tre agnelli sono stati sbranati. La proprietà della famiglia è una zona recintata di 15mila metri quadri sui quali vengono lasciati liberi gli animali, «perché le pecore tengano pulito il territorio» continua Ferrighetto. «Ho fatto anche il recinto perché siano libere ma alla fine arrivano i lupi». L’azienda agricola familiare oltre alle pecore ha anche vitelli e maiali. E a questo punto l’arrivo di Ferrighetto ha permesso di “limitare” i danni.

«La recinzione è a regola d’arte, rete con tavole sopra e sotto, ma i lupi l’hanno rotta. La polizia provinciale è già venuta, ha fatto i suoi rilievi e le sue pratiche per gli eventuali risarcimenti, ma chissà: posso solo affidarmi alla speranza di riceverne. Certo che a questo punto è come abitare in una stanzetta per permettere ai ladri di rovistare la casa. Noi i lupi proprio non li vogliamo. So che sono monitorati, sicuramente la guardia provinciale sa quanti sono, noi non sappiamo se ve ne siano di più. Ma ho parlato con quelli che ho intorno: tutti hanno paura perché abbiamo i lupi in mezzo alle case e non sono quelli che si descrivono nelle favole. C’è stato più di un avvistamento e anche abbiamo ritrovato più di una carcassa, benchè in zona Mel mi sembra che siamo stati i primi ad aver subito danni così: e poi non si possono toccare i lupi. Verrebbe da dire che è più semplice sparare a un uomo che a un lupo».



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