I lupi veneti salvano la pelle: bloccate le doppiette

Dopo le proteste, arriva il veto di Zaia: la maggioranza leghista accantona la legge. Stop anche ai fuoristrada sui sentieri di montagna. Duello verbale Berlato-Zanoni



Ululato di sollievo. La legge regionale contenente nuove “misure di prevenzione e di intervento concernenti i grandi carnivori” slitta sine die, allontanando – definitivamente, crediamo – la riapertura della caccia ai lupi nella montagna veneta. La discussione in aula, preceduta dalla protesta animalista della Lav a due passi da Palazzo Ferro-Fini, è stata rinviata su richiesta della speaker di maggioranza, Silvia Rizzotto, che ha addotto l’assenza del relatore, il capogruppo della Lega Nicola Finco; nella realtà, il passo indietro è stato dettato dal “niet” del governatore Luca Zaia, da sempre convinto che la libertà di sparare a lupi e orsi - invocata dalle frange del suo partito più vicine agli allevatori e alle associazioni venatorie - rappresenterebbe una scelta impopolare e lesiva del profilo buonista che ha così accuratamente coltivato.

500 attacchi

Gli alfieri del provvedimento, sottoscritto da una dozzina di leghisti d’intesa con Franco Berlato (il patrono delle doppiette di Fratelli d’Italia) e Stefano Valdegamberi, segnalano la marcata proliferazione dei lupi tra Bellunese e Grappa, Lessinia e Altopiano dei Sette Comuni; e lamentano l’inefficacia delle contromisure (dotazione di cani pastore, recinti elettrificati) adottate a difesa del bestiame a fronte di oltre cinquecento attacchi (è il dato 2017) alle greggi e alle mandrie nei pascoli veneti, con un pesante bilancio di capi uccisi e feriti.

«PERICOLO PER L’UOMO»

«Questa proposta di legge rappresenta una provocazione nei confronti del Governo competente ad agire ma indampiente», commenta Berlato, per nulla soddisfatto del dietrofront «il lupo è una specie altamente protetta ma a riguardo la direttiva europea Habitat prevede una deroga e in situazioni di criticità ambientale, è il nostro caso, autorizza monitoraggio, difesa passiva e infine selezione di questa specie. Ricordo che a differenza dell’orso, onnivoro, il lupo si nutre esclusivamente di carne viva e si sta avvicinando sempre più alla pianura abitata, con evidente pericolo per gli esserei umani, già aggrediti in varie regioni d’Italia. Prendo atto di questo rinvio, legato alle divergenze esistenti in seno alla Lega, ma non lo condivido e mi batterò perché non finisca tutto nel dimenticatoio».

RINVIO IN COMMISSIONE

Tant’è. A cascata, è stato rinviato all’esame in commissione (spesso è l’anticamera della soffitta. . . ) anche il progetto legislativo unificato di modifica della viabilità silvo-pastorale; sintesi delle proposte di vari gruppi, è contestato a sua volta dagli ambientalisti perché reo di consentire ai fuoristrada dei cacciatori l’accesso a sentieri protetti. Non bastasse, in aula sono stati presentati ulteriori emendamenti, tali da aggrovigliare la matassa e suggerire, diciamo così, un ripensamento.

I DEM CANTANO VITTORIA

Chi canta vittoria, allora, è il consigliere dei dem Andrea Zanoni: «Oggi è una gran bella giornata per la tutela di ambiente, fauna selvatica e montagna. Voglio ringraziare le associazioni e tutti quei cittadini che si sono mobilitati sia tramite mail che di persona, manifestando qui, a Venezia, contro una legge pericolosa che lo stesso governo gialloverde ha impugnato appena pochi mesi fa quando a proporla erano state le Province autonome di Trento e Bolzano». E poi dicono homo homini lupus... –



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi