I palazzi cittadini protagonisti della vita culturale

BELLUNO. La rinascita di palazzo Fulcis sembra segnare un punto di svolta per la città. L’inaugurazione del nuovo museo, però, non dev’essere un punto di arrivo. «Ci sono ancora tante cose insolute»...

BELLUNO. La rinascita di palazzo Fulcis sembra segnare un punto di svolta per la città. L’inaugurazione del nuovo museo, però, non dev’essere un punto di arrivo. «Ci sono ancora tante cose insolute» spiega l’architetto Irma Visalli, «come i percorsi e l’orientamento un po’ complicato». Ma Belluno non è solo Fulcis. Oltre a palazzo Crepadona, sede della biblioteca in cerca di una più moderna identità, grandi speranze sono riposte in palazzo Bembo, futura sede del museo archeologico. È lì che lo storico Marco Perale sogna di veder esposte le duecento spade bellunesi che riposano negli scantinati di palazzo Ducale. «Rappresentano la nostra storia» spiega.

Non si può pensare al Bembo senza considerare l’intero complesso dell’ex ospedale. «L’opera va completata» commenta l’imprenditore Roberto Chemello, «nell’interesse della città». La sua proposta per risollevare il destino di via Mezzaterra è «un negozio che richiami clienti, di una grande catena». Di parere completamente opposto l’architetto Visalli, che ci vede una «strada dell’artigianato». Il commercio in centro è una priorità che non si risolve solo con le aperture domenicali, per le quali comunque «serve una programmazione costante» suggerisce Visalli. «In centro storico ci devono essere possibilità per aprire attività commerciali ma anche di piccolo artigianato» spiega il presidente di Confcommercio Paolo Doglioni, «i giovani devono essere aiutati». Risalendo da via Mezzaterra verso piazza dei Martiri si incontrano due luoghi della cultura, entrambi molto cari alla voce del Circolo cultura e stampa bellunese Luigino Boito. Uno è palazzo Minerva, il cui recupero «è urgente e improrogabile». L’altro è il Teatro Comunale, per il quale «è necessario creare un’empatia dove il privato possa “adottare” una poltrona a teatro».

Non bisogna però dimenticare che molti visitatori scelgono le Dolomiti per la bellezza dell’ambiente naturale. Ecco perché Maurizio Curti, presidente dell’Alpe del Nevegal, invita a rilanciare il Colle. «Può avere un’attrattiva turistica enorme» spiega, soprattutto se si punta alle scuole di sci in inverno e al cicloturismo in estate. Fondamentale, secondo gli operatori del turismo, anche sfruttare il Parco Dolomiti Bellunesi creando ad esempio un ingresso sulla scia dei parchi americani. Fare turismo, insomma, è possibile. Ma, secondo l’albergatrice Elena Pison, che dalla hall del suo albergo ha una visione chiara di cosa i turisti vorrebbero trovare a Belluno, «bisogna affidarsi ad un professionista». (v.v.)

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