I palazzi culturali a Fondazione Teatri
BELLUNO. La cultura al potere. Ma poi chi avrà la fantasia per gestirla? Lavori sempre in corso all’Auditorium di piazza Duomo e ai palazzi Miari Fulcis, in piazzetta Vittorio Emanuele e al Bembo, in via Loreto. Ma una volta che i tre contenitori restaurati e riconvertiti saranno pronti per nastro tricolore, forbici e autorità - con tante grazie a Fondazione Cariverona per l’indispensabile contributo economico da parte della città - ci sarà il problema della gestione. Chi se ne occuperà? La Fondazione Teatri non si autocandida ufficialmente, però avrebbe il fisico necessario ad avere questo ruolo, in quella che diventerà, a maggior ragione, la capitale culturale della provincia e magari non solo.
Le persone giuste sarebbero quelle nate per tenere aperto il teatro Comunale e regolamentare la residenza teatrale, tra Circolo Cultura e stampa, Slow machine e Tib Teatro impresa Belluno: «I lavori stanno procedendo spediti nei tre palazzi del centro storico e mi auguro che chi di dovere stia pensando a quello che succederà, quando questi luoghi saranno stati restituiti ai bellunesi», avverte il presidente Renzo Poloni, «siamo già abbastanza avanti e credo sia ormai il momento di compiere determinate scelte, in maniera da non farsi trovare impreparati. Sono convinto che la Fondazione che rappresento possa avere tutti i requisiti necessari, naturalmente a patto che...».
Le competenze sono a denominazione di origine protetta, quello che potrebbe mancare è la forza lavoro necessaria a mettersi sulle spalle il peso di altre tre strutture e tutte molto consistenti, a cominciare dal Miari Fulcis, che sarà la nuova sede del museo civico, al posto di quella storica di piazza Duomo: «La Fondazione c’è e sta già lavorando con grande applicazione, chiaro che se davvero dovremo prenderci in carico altri contesti, ci sarà la necessità di essere molto più numerosi, rispetto alla quota attuale. Bisognerà potenziare la struttura, se si vorrà che porti avanti un certo tipo di lavoro. Noi garantiamo non soltanto la nostra competenza, ma anche la serietà che ci contraddistingue, però occorre che l’organico sia più importante. È vero che non ci autocandidiamo, tuttavia siamo consapevoli del nostro ruolo e anche delle nostre potenzialità. Si tratta di creare nuovi posti di lavoro, in definitiva».
Poloni sta già facendo gli straordinari con l’ufficio turistico in cima alle scale mobili che era di competenza della Provincia ed era stato chiuso il 12 aprile a causa dell’applicazione della legge regionale sul turismo, secondo la quale le competenze in materia non sono più in capo all’ente provinciale. Il Comune l’ha riaperto il 19 giugno, grazie proprio a Fondazione Teatri, Unione montana Bellunese ed Ente Parco delle Dolomiti: «Non abbiamo trovato una situazione facile in quel piccolo ufficio», sottolinea Poloni, «ma stiamo cercando di garantire il massimo dell’informazione ai turisti che arrivano in città e hanno bisogno di qualsiasi indicazione. Anche questo è molto impegnativo e richiederebbe un organico più consistenti».
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