I produttori temono la siccità e il freddo
BELLUNO. I clienti ormai si sono affezionati e molti bellunesi cercano prodotti di qualità. Loro mettono nel lavoro grande passione e entusiasmo, ma se ci fossero meno burocrazia e più finanziamenti dedicati alle piccole aziende, sicuramente starebbero più tranquilli. Pensieri e racconti raccolti nel cortile del centro Piero Rossi nella giornata di apertura dell’agrimercato di Coldiretti. Tre gli espositori presenti, ma la prossima settimana arriveranno anche i produttori di ortaggi e il cortile sarà molto più popolato.
Ieri si potevano acquistare soprattutto formaggi, confetture e succhi. «Un’iniziativa di questo tipo è molto importante per noi, perché ci permette di entrare in città, di avvicinarci alla gente che non sempre può avere modo di raggiungere le nostre aziende», raccontano in coro i presenti.
Servirebbe anche un punto di appoggio coperto, a dirla tutta. I produttori lo aspettano. Era stato promesso, ma quel progetto ancora non si è concretizzato. Chi ha formaggi, salumi e carne potrebbe vendere i prodotti tutto l’anno. Non resta che attendere.
E, nel frattempo, partecipare all’agrimercato di Coldiretti, un appuntamento fisso (e atteso, a giudicare dal movimento che c’era ieri, nonostante la pioggia) per chi ama mettere in tavola la qualità dei prodotti a chilometri zero. Ieri c’erano l’azienda agricola Bortoluzzi Davide di Nusieda (vicino a Tignes, in Alpago), la società agricola Antica Pieve di Limana e la latteria di Camolino.
Il settore primario appare in salute, ma (come tutti) ha le sue difficoltà. «La burocrazia frena, in moltissime cose», racconta Daniela Pasinetti, dell’azienda alpagota. «Noi dobbiamo fare un ampliamento per poter vendere i nostri prodotti all’estero e servono mille permessi, autorizzazioni, documenti. Anche gestire l’azienda richiede molto impegno perché la burocrazia è molta».
Ma i produttori hanno dalla loro l’entusiasmo di chi fa un lavoro per passione. Ne è un esempio Aaron Girardi, della società agricola Antica Pieve di Limana. Si è diplomato l’anno scorso all’agrario di Vellai e non gli pesa non avere sabati e domeniche libere. «Se uno fa questo lavoro è perché ci crede», sorride. «È impegnativo, stancante, ma dà grandi soddisfazioni». Quando si vede nascere un animale, per esempio, o quando si servono in tavola i prodotti seminati pochi mesi prima.
La siccità di questa stagione, però, preoccupa un po’. Da un lato c’è il problema del fieno, dall’altro rischia di esserci carenza in estate, perché in inverno ha nevicato veramente troppo poco. «E poi temiamo le gelate», aggiunge Gabriele Marcolina, anche lui un affezionato dell’agrimercato (inizierà a partecipare da sabato prossimo con i suoi ortaggi). «Abbiamo diversi prodotti trapiantati all’esterno, dalle serre, una gelata potrebbe compromettere il raccolto».
Sul fronte gestione dell’azienda, infine, Marcolina segnala la necessità di semplificare la burocrazia ma anche l’accesso ai contributi e ai finanziamenti europei. Sono destinati soprattutto alle grandi aziende, servirebbe un occhio di riguardo anche per quelle più piccole. (a.f.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi